Roma. Aggredito da una femmina di orso, vivo per miracolo. Se l'è vista brutta Antonio Rabbia, di Ausonia nel Frusinate, durante un'escursione nel Parco Nazionale d'Abruzzo. L'uomo, a passeggio con il cane, è stato attaccato dall'animale a difesa dei suoi due cuccioli. «Credevo avessi i secondi contati - racconta, ancora sotto choc - così ho mandato due messaggi vocali alla mia famiglia, uno a mia moglie e uno a mio padre: Mi ha aggredito un'orsa: non ce la faccio a tornare. Non ci rivedremo mai più. Ma sappiate che vi ho sempre amato. Addio».
Di fatto il 33enne, nonostante una ferita all'addome e a una gamba, si allontana dalla provinciale 666 (sic) per Forca d'Acero, fra Lazio e Abruzzo. Il bestione, secondo la vittima, lo avrebbe attaccato all'improvviso mentre camminava, cane al fianco, nel comune di San Donato Valcomino. «Prima mi ha dato una zampata, poi mi ha morso in pancia» dice. Secondo la sua versione Rabbia avrebbe trovato scampo aggrappandosi a un albero nonostante la gamba malconcia. E mentre il suo cane, Biondo, distrae l'orsa, lui raggiunge l'auto. Rabbia allerta due amici e viene ricoverato all'ospedale Santa Scolastica di Cassino mentre del cane si perdono le tracce. Tanto che l'Ente Parco organizza una battuta di due giorni per trovarlo. «Aveva riferito che era al guinzaglio - chiarisce l'Ente Parco - quindi poteva essere rimasto vittima lui stesso dell'aggressione da parte della femmina di orso oppure nella fuga, avendo sempre il guinzaglio, avrebbe potuto restare incagliato nel bosco ed essere vittima di altri predatori. Con i guardiaparco e i cani del nucleo cinofili l'abbiamo cercato fino a quando, nel pomeriggio del 23 dicembre, due giorni dopo, è stato ritrovato a San Donato in buone condizioni ma senza traccia di guinzaglio».
Rabbia, che ha riportato 20 giorni di prognosi, adesso chiede un risarcimento danni. «Non ci sono cartelli o divieti che impediscono l'accesso ai sentieri - dice - E i 60 orsi presenti nel Parco, animali protetti, hanno tutti il microchip?». L'Ente Parco, dal canto suo, nutre alcuni dubbi. In una nota spiega: «I toni della vicenda sono sembrati subito poco chiari - si legge - perché nella zona dei fatti è stata più volte avvistata, anche nei giorni successivi, una femmina di orsa con due cuccioli dell'anno senza che però mai la stessa abbia dato problemi di nessun tipo. A destare perplessità sono state soprattutto le informazioni riferite in merito allo svolgimento dei fatti: L'orsa che aggredisce e morde alla pancia, Giovane e orsa che cadono insieme lungo il dirupo e lui che riesce a tenersi a un albero fermando la caduta, Il cane che sarebbe stato al guinzaglio, quindi davanti al suo padrone, che però evita l'orso e poi viene ritrovato palesemente senza guinzaglio. Il tutto su un sentiero largo alcune decine di centimetri. Di una cosa siamo sicuri: in Appennino non è mai stata registrata nessuna aggressione da orso a una persona e questo sarebbe in assoluto il primo caso. Il condizionale è assolutamente d'obbligo proprio per le circostanze complessive relative a questa vicenda, alla dinamica raccontata e ai molti lati oscuri che il racconto del giovane contiene».
E a Surbo, Lecce, un domatore circense, Ivan Orfei di 31 anni, è stato azzannato durante lo spettacolo del circo Amedeo Orfei da una delle sue tigri.
Portato in ospedale per profonde ferite al collo e a una gamba, le sue condizioni restano gravi anche se, fortunatamente, non è in pericolo di vita. «Colpa mia - ha commentato - voleva giocare e mi sono girato di spalle».
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