Tria blocca la flat tax nel Def a misura di Europa

Il Documento cita la riforma, ma non ne indica gli effetti. E invece prevede tagli

Tria blocca la flat tax nel Def a misura di Europa

Roma Una trappola messa a punto da mesi. Un modo per ingabbiare il governo non solo all'interno dei saldi di bilancio, ma anche nel merito delle proposte. In altre parole, sarà difficilissimo per M5s e Lega mettere nella prossima legge di Bilancio misure di spesa come la flat tax. Di certo ci sarà solo l'aumento dell'Iva e i tagli alle spese.

Il Def presentato dal ministro dell'Economia Giovanni Tria (rimasto un mistero fino l'altra sera) ha una caratteristica fondamentale. Il quadro tendenziale, cioè a legislazione vigente, è molto simile a quello programmatico, quello che dovrebbe comprendere gli stanziamenti per le politiche economiche che il governo intende adottare. «È sostanzialmente un Def a legislazione invariata», aveva spiegato il ministro il giorno dell'approvazione.

Ed effettivamente la variazione del saldo strutturale, cioè il deficit al netto del ciclo economico e delle misure una tantum, varia solo dello 0,1% (aumentano invece l'indebitamento netto e il debito, ma entrambi dipendono poco dall'azione del governo).

Nel Def restano gli aumenti dell'Iva, ma non c'è traccia degli effetti finanziari della flat tax. Si citano esplicitamente due miliardi di euro in tagli della spesa, ma non ci sono gli effetti finanziari di altre eventuali misure di spesa.

L'intenzione sarebbe quella di inserire la riforma fiscale cara alla Lega e tutte le altre misure di spesa più tardi, nella legge di Bilancio. Ma non sarà facile.

Quando il Def sarà inviato a Bruxelles farà fede il quadro programmatico contenuto nel documento. La legge di Bilancio dovrà essere coerente con quanto scritto nel documento approvato martedì scorso. Uniche correzioni accettate, quelle che saranno inserite a giugno nelle raccomandazioni della Commissione europea e poi del Consiglio Ue.

Il problema potrebbe non essere solo la copertura della flat tax. Bruxelles potrebbe dire no a misure non previste dal Def. Ed è possibile che lo faccia. Allo stesso modo, potrebbe pretendere l'aumento dell'Iva. Anche perché senza aumenti, ha spiegato Renato Brunetta di Forza Italia «il deficit lieviterebbe sopra la soglia del 3,0%, obbligando la Commissione ad aprire una procedura d'infrazione per deficit eccessivo. Tutti sappiamo, però, che l'aumento dell'Iva è uno dei punti dell'accordo fatto dal governo con la Commissione per evitare la bocciatura». Il premier Giuseppe Conte ieri ha assicurato che nella legge di Bilancio non ci saranno né aumenti dell'Iva né la patrimoniale. E ha detto di sperare in una crescita un po' superiore allo 0,2%.

Effettivamente l'unica buona notizia per il governo ieri è arrivata dagli indicatori economici.

La produzione industriale in febbraio secondo l'Istat è aumentata dello 0,8% rispetto a gennaio. È la seconda variazione positiva dopo quattro mesi consecutivi di segno meno. Possibile che il Pil ne risenta positivamente e che il prossimo trimestre abbia il segno più.

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