Vincono Salvini e Di Maio. Escono sconfitti il ministro Tria e il Quirinale che della tutela dell'indipendenza delle istituzioni e del rispetto delle regole europee ha fatto una bandiera.
Il decreto attuativo delle norme per i rimborsi dei risparmiatori coinvolti nei crac bancari sarà oggi in Consiglio dei ministri anche se non si sa ancora in quale forma. Il pressing di Lega e Movimento 5 stelle, che ha trasceso anche sul piano dei potenziali conflitti di interessi del titolare del Tesoro e della sua consigliera Claudia Bugno, hanno avuto soddisfazioni e Via XX Settembre ha dovuto soccombere. «I testi per rendere operativo il Fondo di indennizzo dei risparmiatori (Fir) sono alla Presidenza del Consiglio per l'approvazione nell'ambito del decreto sulle misure di rilancio della crescita economica, che sarà oggetto della riunione del Consiglio dei ministri» di oggi, hanno riferito fonti del ministero dell'Economia.
Certo, permane il mistero su come si darà attuazione all'erogazione dei ristori con lo stanziamento triennale di 1,575 miliardi previsto dalla legge di Bilancio. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, in serata ha fatto sapere che «nel Consiglio dei ministri non ci saranno nuove norme ma si affronterà il tema dei decreti attuativi con l'obiettivo di approvarli nel più breve tempo possibile». Il comunicato lascia intendere che la normativa resterà quella base della manovra e che, dunque, non si approfitterà del decreto Crescita per inserire quei correttivi che il ministro avrebbe voluto inserire per non aprire un nuovo scontro con la Commissione Ue.
Dal punto di vista politico (ancorché pure le modalità di attuazione lascino trasparire le solite divergenze nella compagine), tuttavia, risalta molto di più la sicumera con la quale il premier Giuseppe Conte, ieri in visita dall'emiro al-Thani in Qatar, aveva anticipato la conclusione dell'estenuante tiramolla. «Non c'erano alternative visto che lavoriamo per l'interesse del Paese», ha spiegato derubricando, di fatto, a quisquilie le obiezioni di Tria. «Ho avuto un incontro con il ministro e gli ho già chiesto di adottare al più presto un decreto con le norme che consentiranno un celere risarcimento a tutti i truffati: è un impegno del governo, assunto da entrambe le forze politiche e anche da me, quindi ci tengo personalmente perché le norme siano adottate e varate al più presto», ha sottolineato richiamando nuovamente all'ordine l'indocile inquilino di Via XX Settembre. Ormai sempre meno padrone del proprio destino tant'è vero che è stato il premier ad annunciare il varo del Def prima della scadenza del 10 aprile. Ed è stato Di Maio a tenerlo inchiodato alla poltrona. «Non è che lo teniamo altrimenti sale lo spread, noi lo teniamo perché stiamo lavorando a un programma», ha detto ieri sera parafrasando una sua intervista.
Non poteva essere altrimenti visto che il vicepremier Matteo Salvini ieri è nuovamente tornato alla carica nei confronti del tentennante cancelliere dello scacchiere.
«I soldi ci sono, sto aspettando come tanti risparmiatori truffati che la burocrazia del ministero dell'Economia partorisca i decreti attuativi, facciano in fretta», aveva ribadito. Il Capitano ha tradito un'insolita insofferenza. «Se qualcuno è al governo per dire no, ha sbagliato compagno di viaggio», ha detto rivolgendosi non solo a Tria ma ai grillini che cincischiano sullo Sblocca cantieri.
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