«Il governo auspica una soluzione privata della crisi di Carige» e «l'accostamento alla nazionalizzazione appare improprio».
Il ministro del Tesoro, Giovanni Tria, ha approfittato dell'audizione di ieri sul futuro dell'istituto ligure davanti alla commissione Finanze della Camera per placare le smanie gialloverdi che vorrebbero una Carige di Stato. Perché «la ricapitalizzazione precauzionale è temporanea, una misura da considerarsi del tutto residuale», ha spiegato scegliendo lo stesso termine già utilizzato dai commissari straordinari della banca genovese. I tecnici del Tesoro, quindi, restano in attesa del piano industriale che dovrebbe arrivare entro fine febbraio ed «auspica che questo agevoli l'individuazione di possibili partner in un'ottica di aggregazione secondo logiche di mercato», ha detto Tria. Ribadendo che l'obiettivo del decreto varato lo scorso 7 gennaio è quello di «fornire il più ampio ventaglio possibile di soluzioni per fornire adeguata tutela dei risparmiatori a fronte di tutti gli scenari». Un paracadute che non si allargherà ad altri temi, «anche se collegati ma generali» perché «è molto tecnico e molto specifico e deve avere per oggetto il suo titolo».
In ogni caso c'è una sola certezza per Tria: la crisi di Carige si deve «a problemi di governance, al comportamento degli azionisti, e probabilmente gli amministratori non sono stati in grado di far rendere la banca» ma «non c'entra assolutamente nulla l'aumento dello spread», ha puntualizzato lanciando anche una frecciata al primo azionista, ovvero la famiglia Malacalza.
Non solo. Al di là dei toni propagandistici dei due vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, le big del credito sono soggette alla Vigilanza europea. «Interventi di portata generale sul sistema bancario - ha precisato il ministro - richiedono molta riflessione e non possono essere adottati con strumenti di urgenza come un decreto. Penso che neanche il Quirinale possa accettare decreti su materie che non hanno caratteristiche di urgenza». Ma durante l'audizione Tria è stato incalzato anche sul dossier del Monte dei Paschi dopo la stretta sull'azzeramento dei crediti deteriorati che ha riacceso la tensione in Borsa sui titoli dell'intero sistema. Tria ha gettato acqua sul fuoco: l'ultima lettera della Bce, ha detto, era «prevista, risponde a una decisione di marzo scorso e riguarda tutte le banche. Tutto era previsto».
Tornando a Carige, il decreto legge è stato incardinato nella commissione Finanze della Camera. La prossima settimana l'esame comincerà con il consueto ciclo di audizioni. Al momento sono previste quelle di Banca d'Italia e della Consob. Nel frattempo, l'istituto ligure ha avanzato l'istanza per ottenere la garanzia dello Stato sulle obbligazioni di nuova emissione. «La richiesta a seguito di valutazioni informali a livello di uffici tecnici e della valutazione positiva comunicata dalla Bce» sulla solvibilità della banca, «è stata notificata» alla Commissione Ue e «siamo fiduciosi di ricevere presto la relativa decisione», ha detto Tria.
Sempre ieri, intanto, l'agenzia Fitch ha abbassato il rating di Carige a una tripla C proprio in conseguenza delle misure disposte dalla Bce e dal governo.
Il provvedimento è stato subito contestato dall'istituto che denuncia in una nota «la mancata comprensione dei recenti avvenimenti che hanno interessato la banca». E anche se il titolo è ancora sospeso in Borsa, Carige si riserva la facoltà di sottoporre all'attenzione delle autorità di vigilanza «tali, irrituali, comportamenti», conclude la nota.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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