A Trieste assaltato il salotto buono: la polizia respinge i No Pass. 8.000 in piazza

La protesta senza mascherine e distanze. Violata l'ordinanza. Increduli i turisti della nave da crociera: già 60 mila firmne dei Si pass.

A Trieste assaltato il salotto buono: la polizia respinge i No Pass. 8.000 in piazza

Trieste. «La gente come noi non molla mai», il ritornello di battaglia dei No Pass, risuona a ridosso di piazza Unità d'Italia vietata dal prefetto di Trieste e presidiata da una schiera di agenti e carabinieri in tenuta anti sommossa con alle spalle un camion idrante. L'ennesimo corteo con 8mila, forse 10mila persone, è sfilato ieri nel capoluogo giuliano per protestare contro il lasciapassare verde. In gran parte pacifico, ma con poche mascherine e nessun distanziamento, nonostante l'ordinanza del sindaco Roberto Dipiazza che imponeva pure gli steward per controllare il rispetto delle restrizioni. Gli organizzatori, che arruolano anche antagonisti di sinistra, avevano detto subito no ai controlli ancora prima di scendere in piazza. La manifestazione dura due ore e mezza. Poco prima di sciogliersi dal megafono del camper che guida il corteo viene annunciato che «non fermeremo nessuno se vuole dirigersi verso piazza Unità» blindata. È il via libera a diverse centinaia di irriducibili che vorrebbero «conquistare» il salotto buono del capoluogo giuliano. In prima linea molti giovani duri e puri vestiti di nero e mascherati, forse ultrà. Nelle seconde file qualcuno intona «pace e amore», ma viene velocemente zittito da chi è pronto a scontrarsi con la polizia. Appena arrivati i manifestanti tentano di passare le barriere, ma gli agenti tirano qualche manganellata arginando l'assalto. La tensione si impenna scatenando gli insulti contro il premier Mario Draghi. E poi altri slogan di battaglia: «Piazza Unità libera» e «Uniti, insieme, vinceremo». Un esagitato con la barba grigia e la pettorina gialla, come quella dei portuali, che erano presenti in corteo, urla provocatoriamente ai poliziotti: «Caricate, caricate».

Piazza Unità è blindata sui lati delle rive da barriere di cemento e reti in stile zona rossa, che stonano con la grande nave bianca da crociera ormeggiata al molo. I passeggeri devono fare lo slalom con i bagagli fra gli sbarramenti. Un vigile urbano che blocca il traffico sbotta: «Ma siamo tutti impazziti? Sembra di essere in guerra». Alle 15 parte il corteo da piazza della Libertà, davanti alla stazione. Qualcuno porta la foto di Stefano Puzzer, il portuale leader della rivolta No Pass, che non è presente alla manifestazione, come un santino appeso al collo o maschera per il volto. Lo striscione in testa al corteo fa riferimento all'apartheid. Nelson Mandela si rivolta nella tomba ma i No Pass sono convinti di «vivere una discriminazione e violazione della libertà». In piazza ci sono anche famiglie con i figli piccoli in passeggino, che non vogliono fare vaccinare i bambini. Nonostante le zone vietate e le ordinanze del sindaco in migliaia continuano a scendere in piazza e gli irriducibili si confrontano per ore con la polizia davanti a piazza Unità d'Italia. Alla 20 uno schieramento di carabinieri arriva alle spalle dell'ultima ridotta No Pass. Gli agenti anti sommossa avanzano e scoppiano tafferugli in mezzo alle sedie e tavolini dei bar. Un giornalista de il Piccolo prende una testata da un manifestante. Poi decine di mohicani si siedono a terra decisi a resistere, ma ormai sono pochi. La polizia li carica spazzando via il tentativo di «occupare» piazza Unità.

La

maggioranza silenziosa che sta raggiungendo le 60mila adesioni alla petizione Sì Pass è esasperata dalle manifestazioni: «Sono una minoranza - spiega un firmatario - Dovrebbero proibire queste sceneggiate una volta per tutte».

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