Trieste, stop alla norma anti-bivacco Il Tar dà ragione al richiedente asilo

Bocciata la crociata del neo sindaco per ripulire il centro storico

Lodovica Bulian

La crociata anti migranti del neo sindaco di Trieste s'inceppa sul nascere per il ricorso di un richiedente asilo. A fermare la battaglia contro il degrado dilagante nella città asburgica è stato un migrante pakistano che, multato dalla polizia locale con qualche decina di euro per aver violato l'ordinanza «anti-bivacco» emessa dal primo cittadino, si è rivolto al Tar. E ha avuto ragione, ottenendo l'annullamento della sanzione, la bocciatura del provvedimento e la condanna al ministero dell'Interno a pagare le spese legali per un migliaio di euro.

Il redivivo Roberto Dipiazza, che dopo due mandati a giugno è tornato sulla scena scalzando l'amministrazione uscente del Pd, era passato subito dagli annunci ai fatti. L'aveva promesso in campagna elettorale, di «ripulire» la zona rossa della stazione centrale divenuta un grande giaciglio di fortuna di migranti e senzatetto, e di riconsegnare il centro storico all'antico decoro.

Così ha messo nero su bianco l'ordinanza, scaduta il 15 novembre scorso, con cui si vietavano capannelli di persone per strada, consumo di alcol, dormitori sulle panchine e nei luoghi pubblici delle aree limitrofe allo scalo ferroviario. Una prova muscolare smontata al primo ricorso dal Tribunale amministrativo presieduto da Umberto Zuballi, secondo cui l'amministrazione comunale può varare ordinanze solo per fronteggiare eventi e pericoli eccezionali ed emergenziali che minaccino l'incolumità pubblica e la sicurezza urbana, e che non possano essere affrontati in via ordinaria. In caso contrario il Comune uscirebbe dall'ambito dei propri poteri.

Dipiazza non molla, prende atto della bocciatura del Tar ma fa spallucce. Soprattutto perché molti dei punti dell'atto bocciato sono stati ripresi nella proposta di regolamento della polizia municipale presentata dalla giunta comunale e ora all'esame del consiglio. Nel mirino non solo bivacchi, ma anche alcol, fumo, accattonaggio, e pure bestemmiatori seriali.

«Prendo atto della decisione del Tar di annullare quell'ordinanza perché ritenuto provvedimento amministrativo non adatto - commenta il vicesindaco e assessore alla Sicurezza Pierpaolo Roberti -, ma preciso anche che la volontà dell'amministrazione rimane la stessa». Cioè «adottare tutti i provvedimenti possibili affinché Trieste torni a essere una città bella, pulita e sicura». Tanto che il nuovo atto amministrativo che «supererà tutte le eccezioni del Tar» estenderà i divieti a tutto il territorio comunale. Dove sventola la bandiera della tolleranza zero contro un fenomeno che ha assunto «dimensioni preoccupanti, che rappresenta un danno per l'intera collettività, ed è un pessimo biglietto da visita per i turisti. Per questo abbiamo deciso di affrontare con massima tempestività questa situazione con lo strumento rapido ed efficace dell'ordinanza».

Che non è stata, infatti, l'unica. Ma l'ultima di una sfilza che ha colpito parcheggiatori abusivi, migranti accampati all'interno dei Silos abbandonati, writers e pure gli «incontinenti» del sabato sera. Ribelli avvisati.

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