La triste malattia della sinistra: la "melonite"

Nel dibattito politico di casa nostra, oscillante tra dilettantismo e surrealismo, per tanto tempo ha tenuto banco la questione primordiale: qual è la fonte dell'odio?

La triste malattia della sinistra: la "melonite"
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Le opposizioni sono afflitte da una triste malattia: la melonite. L'hanno contratta il 25 settembre 2022, quando il centrodestra vinse le elezioni politiche, FdI divenne il primo partito italiano e Giorgia Meloni si preparava a diventare la prima donna a ricoprire la carica di presidente del Consiglio. Per i compagni e le compagne progressiste doveva essere una bella notizia, attesa da tanto tempo: finalmente una donna a Palazzo Chigi per volere popolare. Invece, fu un dramma esistenziale. Debora Serracchiani (nella foto) arrivò a dire, in un discorso alla Camera, che con Giorgia Meloni a capo del governo le donne avrebbero fatto un passo indietro rispetto agli uomini. A fronte di tale sproposito, l'incredula Giorgia Meloni dovette far osservare: "Mi guardi onorevole Serracchiani, le sembra che io sia un passo indietro agli uomini?". Da quel momento le opposizioni non si sono più riprese e, come si dice a Napoli, sono rimaste sotto la botta impressionate.

Nel dibattito politico di casa nostra, oscillante tra dilettantismo e surrealismo, per tanto tempo ha tenuto banco la questione primordiale: qual è la fonte dell'odio? La radice prima dell'odio che a tratti si taglia a fette è la melonite con cui, senza risparmiarsi nulla, né il ridicolo né il cinismo, la sinistra ha accusato Giorgia Meloni di essere fascista, antidemocratica, genocidaria, naturalmente cortigiana e tant'altro ancora. E, con perdita totale del senso della realtà, dopo aver tentato la via della mostrificazione del presidente del Consiglio, i sinistrati hanno messo la ciliegina sulla torta così: "La destra alimenta l'odio". Boom!

La melonite prende alla testa. Nausea. Vomito. Vertigini. Soprattutto allucinazioni con cui si esce dal mondo reale, quello che accomuna le persone normali che lavorano, sudano, pagano e ancora lavorano, sudano, pagano, e si entra in un mondo immaginario e terribilmente finto in cui ci sono i buoni e i cattivi, i civili e gli incivili e perfino i costituzionali e gli anticostituzionali. Naturalmente, gli afflitti dalla melonite credono di essere i Buoni, i Civili, i Costituzionali e il resto del mondo, che ha vinto regolarmente le elezioni e governa tenendo in ordine miracolo! i conti statali, è popolato dai barbari. Come si guarisce da questa forma postmoderna e postcomunista di paranoia? Non esistono cure specifiche con supposte o pillole. I medici, in questi casi, consigliano un periodo di riposo, di svago. Distensione dei nervi, passeggiate, qualche buona lettura. Tutto al fine di recuperare un senso comune della realtà che fa accettare la regola fondamentale di una democrazia matura e liberale: chi vince le elezioni governa e chi perde va all'opposizione per prepararsi a sua volta a governare con un'alternativa legittimata dal voto popolare.

La chiamano democrazia dell'alternanza, si basa sulla reciproca legittimazione tra destra e sinistra e sulla esistenza di due classi di governo di cui una è momentaneamente all'opposizione. La somministrazione di queste medicine, al mattino, a pranzo e a cena, dovrebbe far passare la melonite e far pace con sé stessi accettando l'esistenza di Giorgia Meloni.

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