Il titolo Mps resterà sospeso a lungo dalle contrattazioni in Piazza Affari. È quanto emerge dalla decisione presa ieri dalla Consob: la ripresa degli scambi non avrà luogo «fino a quando non sarà ripristinato un corretto quadro informativo sui titoli emessi o garantiti dalla banca e sugli strumenti finanziari aventi come sottostante titoli emessi» dal Monte dei Paschi. La delibera della Commissione fa riferimento all'approvazione da parte delle autorità, a cominciare dalla Bce, del nuovo piano di rafforzamento patrimoniale che sarà messo in campo dallo Stato. Secondo il Garante della Borsa, «l'attuale contesto informativo non garantisce la trasparenza, l'ordinato svolgimento delle negoziazioni e la tutela degli investitori, in ragione dell'incertezza in merito alle iniziative in corso di definizione da parte della banca e delle competenti autorità». Morale: le contrattazioni potrebbero restare «congelate» per oltre un mese.
È questo il primo effetto operativo del paracadute pubblico aperto giovedì notte dal governo. Nel frattempo, a Siena si fanno i conti con il day after. A cominciare dai soci attuali che sono destinati a diluirsi pesantemente. Secondo le stime degli analisti di Equita, con il salvataggio pubblico gli investitori istituzionali controllerebbero il 38% e lo Stato avrebbe una quota del 62 per cento. Gli esperti ipotizzano, infatti, che venga riproposto il piano di ristrutturazione del Monte (spin-off di 27 miliardi di sofferenze svalutati a 67 centesimi) senza il coinvolgimento del fondo Atlante nel finanziamento mezzanino della bad bank (1,6 miliardi). L'importo della ricapitalizzazione salirebbe a 6,6 miliardi. Di questi, 2,5 miliardi verrebbero garantiti dalla conversione di subordinati istituzionali, mentre l'impegno statale ammonterebbe a 4 miliardi. Ipotizzando un prezzo di conversione dei bond subordinati in azioni pari a quello di sottoscrizione dell'aumento dal parte del governo, gli investitori istituzionali controllerebbero dunque il 38% della nuova Mps e il governo il 62 per cento.
La Fondazione Mps, intanto, si è già mossa: negli ultimi giorni ha ridotto ulteriormente la sua quota nella banca ed è scesa allo 0,1% del capitale.
Lo scorso 24 novembre, a margine dell'assemblea dei soci, il presidente Marcello Clarich aveva annunciato ai cronisti la discesa dell'ente dall'1,49% allo 0,7% circa. La cessione consente «di limitare quasi del tutto i rischi patrimoniali della Fondazione per quanto attiene il verificarsi di scenari particolarmente avversi per gli azionisti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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