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A Roma Gualtieri inventa le "quote rosa stradali"

Gli assessori alla Cultura e alle Pari opportunità "scoprono" che su 16.377 toponimi strade e luoghi pubblici solo il 4% è intitolato a donne. Così da oggi in poi si farà a metà

A Roma Gualtieri inventa le "quote rosa stradali"

Ora sì che Roma ha finalmente cambiato registro. Dopo 5 anni di disastrosa amministrazione targata Virginia Raggi, finalmente un sindaco che si occupa delle priorità: la parità dei sessi nella toponomastica.

Come ricostruito da Il Tempo, la giunta guidata da Roberto Gualtieri (Pd) ha stabilito che le strade, piazze, parchi e aree pubbliche della Capitale nei prossimi anni saranno intitolate in maniera equa tra uomini e donne. Questo perché, studiando i mille dossier dei problemi di Roma, gli assessori alla Cultura e alle Pari opportunità Miguel Gotor e Monica Lucarelli si sono accorti di uno scandalo in piena regola. Tangenti? Disservizi? Assenteismo? Sprechi? Viabilità? No, il "problema" è che su 16.377 toponimi stradali solo il 4% è intitolato a donne. Fanno riferimento a uomini, il 48% mentre un altro 48% è "neutro", ovvero intitolato a luoghi, categorie, popoli e avvenimenti storici. Uno scempio, insomma.

L'obiettivo ambizioso del Campidoglio è quelo di riequilibrare la presenza femminile nelle denominazioni dei luoghi pubblici, così da rendere Roma finalmente una "città modello". La toponomastica, nel magico mondo dei politici di sinistra, "può essere un potente strumento per il recupero della memoria storica delle donne che hanno inciso in maniera significativa nella vita della comunità locale, nazionale e internazionale, offrendo in particolare alle giovani generazioni importanti testimonianze che aiutino a superare gli stereotipi di genere che contrassegnano ancora troppo spesso la narrazione della storia", spiegano Gotor e Lucarelli.

Un'iniziativa che coinvolgerà anche le scuole, sollecitata dall'associazione Toponomastica femminile, in vista della festa della donna dell'8 marzo. Una svolta rosa anche per le vie di Roma, insomma, per combattere la "menomazione" subita dalle grandi donne ignorate o sepolte nei meandri della storia senza valorizzazione. Un impegno lodevole, se non fosse che il concetto di "quota" è proprio manchevole di per sé.

Di grandi profili femminili della scena locale, nazionale e internazionale che meritano onore e conoscenza ce ne sono senza fine, ma basterebbe impegnarsi nel concreto per una azione culturale fatta di pubblicistica, conferenze, convegni, libri cosicché i profili adatti e sottoposti a damnatio memoriae possano essere riscoperti e rivalutati. Un principio che vale per tutti, non solo per uomini o donne. Il solo fatto che qualche dipendente pubblico sia stato messo a scartabellare i registri e contare quanti uomini compaiono sulle vie di Roma rispetto alle donne invece ha dell'incredibile.

E del resto, se c'è qualcuno che sui social si è persino soffermato sulla drammatica assenza di donne

html" data-ga4-click-event-target="internal">al tavolo di pace tra delegazione russa e ucraina di ieri a Gomel (Bielorussia), allora di davvero incredibile ormai resta ben poco.

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