Troppe sperimentazioni. Ora mancano i pazienti e si teme per la ricerca

Allarme dell'Agenzia italiana del Farmaco: molti studi rischiano di non essere conclusi

Troppe sperimentazioni. Ora mancano i pazienti e si teme per la ricerca

Troppe sperimentazioni e pochi pazienti. E gli studi in corso per mettere a punto un trattamento ad hoc per Sars Cov2 rischiano di arenarsi. Lo tsunami provocato dall'epidemia di Covid 19 ha appena cominciato a ritirarsi e dunque può sembrare paradossale l'affermazione che i malati siano scarsi. Soltanto in Italia sono oltre 65mila i casi ancora attivi su un totale di oltre 220mila contagiati. Eppure ieri l'Agenzia italiana del Farmaco ha lanciato l'allarme frenando le nuove proposte di sperimentazione perché appunto il «capitale umano» indispensabile alla ricerca è in diminuzione. Insomma passata la tempesta potrebbe accadere che la ricerca rallenti e che molti studi finiscano su un binario morto come è accaduto in passato ad esempio per la ricerca del vaccino contro la Sars: il coronavirus scomparve e gli studi vennero abbandonati.

Ipotesi che però gli esperti dicono che non si ripeterà con Sars Cov2 perché questo agente patogeno non sembra affatto intenzionato ad affievolirsi con il tempo.

La Commissione tecnico scientifica dell'Aifa tramite il proprio sito evidenzia la «riduzione del numero di pazienti arruolabili negli studi clinici» e per questo invita «coloro che intendessero proporre nuove sperimentazioni sulla necessità di verificare preventivamente l'effettiva possibilità di arruolare i soggetti previsti».

Ovviamente è la conseguenza di quella che è certamente una buona notizia ovvero che la malattia è in recessione. «In considerazione dell'attuale andamento dell'epidemia da Sars-COV-2, e della conseguente riduzione del numero di pazienti arruolabili negli studi clinici, la CTS richiama l'attenzione di coloro che intendessero proporre nuove sperimentazioni sulla necessità di verificare preventivamente l'effettiva possibilità di arruolare i soggetti previsti».

L'Agenzia ricorda anche quale siano le raccomandazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità rispetto alla sperimentazione dei trattamenti, sia quelli basati su farmaci già noti ma indicati per altre patologie sia per il trattamento con il plasma dei convalescenti. Opportuno cercare la massima collaborazione a livello internazionale e scambiare i dati in modo che le sperimentazioni possano raggiungere un'evidenza scientifica corroborata da un sufficiente numero di pazienti. «In linea con le recenti raccomandazioni dell'Oms, che invita espressamente a promuovere soprattutto attività di ricerca collaborative a livello nazionale e internazionale per ridurre lo spreco di risorse ed evitare duplicazioni e studi sottodimensionati, l'attuale orientamento della Commissione Aifa è quello di favorire l'aggregazione di più centri clinici al fine di raggiungere la numerosità campionaria sufficiente a rispondere al quesito clinico con rigore metodologico e in tempi contenuti».

E da Aifa arriva pure uno stop alla moltiplicazione dei tentativi e alla corsa a testare altri farmaci.

«In questa fase dell'andamento epidemiologico è altresì sconsigliata la presentazione di richieste di programmi di usi terapeutici su farmaci per i quali non siano disponibili risultati sufficientemente promettenti da studi clinici», avverte l'Agenzia.

Sono circa 30 le sperimentazioni cliniche approvate dall'Aifa dell'inizio dell'epidemia sull'efficacia di 16 molecole e del plasma dei guariti.

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