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Nessuno vuole i "vigilantes". Il Viminale frena. Governo in tilt

La trovata degli assistenti civici provoca sconcerto in tutti i partiti della coalizione: non siamo stati consultati. Conte costretto a mediare: nessun incarico anti movida

Nessuno vuole i "vigilantes". Il Viminale frena. Governo in tilt

«Non concordato con noi». «Non avvisati». «Una follia». La genialata degli assistenti civici ci impiega 24 ore a sgonfiarsi. Quanto basta per gettare nell'imbarazzo la maggioranza. La goccia che fa traboccare la rabbia di mezza coalizione è la comparsata del ministro Francesco Boccia al Tg1 con tanto di casacca blu da «assistente civico». Uscita non concordata ma portata avanti con Anci e Protezione civile. Troppo avanti per far finta di niente.

Le chat dei parlamentari Pd ribollono: Boccia in un colpo ha fatto infuriare forze dell'ordine e terzo settore. I primi siluri sono fuoco amico. A bocciare l'idea è Matteo Orfini, che accusa i «ministri influencer» e lamenta la mancata organizzazione della Fase 2. Iniziativa improvvida e marchiata: i promotori sono Boccia e il sindaco di Bari Antonio Decaro: Pd versante Michele Emiliano, tutto made in Puglia. Matteo Renzi si accoda: «Boh, solo a me sembra una follia finalizzata ad avere visibilità?». Anche Leu stigmatizza l'uso di personale non pagato.

Arriva anche lo stop da parte del M5s, con il timbro del vice ministro allo Sviluppo economico Stefano Buffagni: «Assistenti civici per me no. Con il Movimento questa proposta non è stata condivisa e non la vogliamo». E poi rincara: «Basta sparate. Serve responsabilità e serietà». Stessa musica per il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento, Gianluca Castaldi: «Per noi i cittadini devono controllare quello che fanno i politici, non quello che fanno altri cittadini».

Ma la pietra tombale arriva dal Viminale, che fa trapelare un chiarissimo altolà e il fastidio per un'iniziativa che fa entrare nel terreno riservato alle forze dell'ordine persone non addestrate: «Le decisioni assunte, senza preventiva consultazione del ministero dell'Interno, per l'istituzione della figura degli assistenti civici - frenano le fonti del Viminale - non dovranno comportare compiti aggiuntivi per le prefetture e per le forze di polizia già quotidianamente impegnate nei controlli sul territorio».

«Boccia è drogato di visibilità - punge un collega di governo - si vende un'idea sballata e poi va a strepitare da Conte che, come al solito, cerca di mediare su tutto». E infatti nel pomeriggio scatta il pressing di Palazzo Chigi. Vito Crimi corregge la rotta e annuncia: «Molto perplessi ma troveremo una soluzione». E poco dopo il ministro del lavoro Nunzia Catalfo, confermando che l'iniziativa di Boccia non è stata concordata con il resto del governo, annuncia un vertice con Conte, Boccia e il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese.

La débâcle è totale e dà l'idea di un generale scollamento in una maggioranza che fatica a portare a casa risultati concreti e si dedica alla ricerca individuale di visibilità. In più si rischia di ingolfare la macchina del volontariato che, lasciata alla libera iniziativa del terzo settore, è stata l'unica a dare una mano ai sindaci in prima linea durante la Fase 1. A insistere rimangono in pochi, tra cui il governatore Stefano Bonaccini che dà voce ai primi cittadini del Pd, a corto di volontari dopo la riapertura delle aziende, mentre dal centrodestra compatto arriva la bocciatura secca di Meloni, Tajani, Salvini. Si punta al compromesso: «Nessun incarico di pubblico servizio». Far fare ai volontari i volontari insomma, sorvolando sui compiti «anti assembramento».

Ma che fatica.

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