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La trovata di Gualtieri: mezzi gratis ai romani. Ma il 40% già non paga

La campagna ambientalista del sindaco si scontra con la disastrosa gestione di Atac

La trovata di Gualtieri: mezzi gratis ai romani. Ma il 40% già non paga

Slogan situazionista. Dichiarazione di resa. Piacioneria populista. Tre interpretazioni diverse per la boutade del sindaco di Roma Roberto Gualtieri, che a sorpresa ha lanciato la sua ricetta per il trasporto pubblico della Capitale, il più disastrato d'Italia (l'azienda municipale, l'Atac, è da tre anni in concordato preventivo e viene salvata dal fallimento solo da continue iniezioni di denaro). Per il sindaco piddino, la soluzione è semplice: basta con i biglietti e gli abbonamenti, su autobus e metrò facciamo viaggiare tutti gratis. E chi paga la benzina, gli autisti? «Troveremo le risorse», dice Gualtieri. Che presenta la sua proposta all'insegna della lotta alla povertà e all'inquinamento: a partire «dall'autunno, quando ci saranno le scuole che riaprono, per dare un aiuto concreto ai lavoratori, alle persone con i redditi più bassi, e si dà un contributo alla lotta per il mutamento climatico».

Utopia? In realtà l'idea è vecchia, a proporla negli anni Settanta e Ottanta furono i «situazionisti», frangia estrema del movimento hippy, ma non vennero presi molto sul serio. Ora Gualtieri la rilancia sull'onda del Klimaticket tedesco, biglietti a prezzi scontati per fronteggiare il carobenzina. Peccato che lì si parli di un sistema di trasporti di efficienza mostruosa e di una evasione tariffaria vicina allo zero. Siamo anni luce lontani dalla situazione romana, quella degli autobus che prendono fuoco e dove secondo i calcoli più pessimisti quattro passeggeri su dieci salgono in vettura senza biglietto.

Alla fine, da questo punto di vista, l'idea di Gualtieri potrebbe essere figlia della realpolitik: visto che i «portoghesi» sono un esercito, che sconfiggerli è praticamente impossibile perché le poche multe che vengono comminate raramente vengono pagate (nell'ultimo bilancio disponibile, le entrate per contravvenzioni erano circa due milioni, una goccia nel mare) allora tanto vale dismettere il sistema dei controlli, che costa più di quanto rende, e lanciare la parola d'ordine della gratuità. Paradossalmente, una proposta simile sarebbe impraticabile a Milano, dove sarebbe impensabile rinunciare agli incassi da biglietti e abbonamenti che coprono oltre la metà dei ricavi dell'Atm; mentre a Roma a tenere a galla Atac è soprattutto il contratto di servizio col Comune. Di fatto, Gualtieri si candida semplicemente a mettere ancora più soldi pubblici nell'azienda che sta cercando di rimettere in sesto a colpi di manager settentrionali.

Sullo sfondo, terza e non marginale ipotesi, l'uscita del sindaco potrebbe essere figlia anche di un umano desiderio di consenso, in un momento in cui sullo psicodramma dei rifiuti capitolini si sta consumando persino una crisi di governo. E da questo punto di vista, il mondo del trasporto pubblico sembra essere uno dei palcoscenici preferiti da Gualtieri: che in aprile, attraverso l'assessore ai trasporti Eugenio Patanè aveva lanciato una campagna per finanziare a spese del governo il rinnovamento della flotta dei taxi romani con un bonus di 17mila euro per ogni conducente.

Quando lo hanno letto i tassisti milanesi volevano mangiarselo.

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