Cronache

Trovati due corpi, 9 le vittime. Il pg: "Nessuna prevedibilità"

Il procuratore esclude responsabilità. Con i droni individuati due cadaveri. Oggi la missione con i cani

Trovati due corpi, 9 le vittime. Il pg: "Nessuna prevedibilità"

«Non c'è un agnello sacrificale per l'opinione pubblica, non lasceremo nulla di intentato, apriremo tutte le porte per comprendere e ricostruire i fatti anche con consulenze che affideremo a esperti scientifici perché non si ripeta più quanto accaduto».

Il procuratore di Trento, Sandro Raimondi, esclude responsabilità nella in tragedia della Marmolada. Nessuna prevedibilità, negligenza o imprudenza nel fascicolo aperto per disastro colposo. La furia della natura, che si è ribellata alle mutazioni climatiche strappando alla vita 9 escursionisti e ferendone 8, non era un «evento prevedibile». Una ricostruzione rigorosa verrà fatta, ma non sarà una caccia alle streghe alla ricerca del colpevole a tutti i costi. «Sentiremo persone, vedremo filmati e coinvolgeremo il mondo scientifico per fare prove per capire, dal punto di vista idraulico, come mai c'era questa grossa massa d'acqua», ha aggiunto Raimondi.

È il momento del silenzio. Presto potrebbe arrivare il via libera per i funerali di Filippo Bari, Paolo Dani, Tommaso Carollo e Liliana Bertoldi, le vittime ufficialmente identificate. Ieri mattina sono stati trovati altri due corpi, probabilmente della stessa cordata e l'elenco dei morti è salito a nove, di cui cinque non ancora identificati. Recuperata anche una scarpa da donna, che potrebbe appartenere però a una delle salme già all'obitorio. Tre restano quindi i dispersi, mentre i feriti sono sette, tre in ospedali veneti quattro a Trento.

Ieri, per evitare rischi, le ricerche sono proseguite con quattro droni in quota. Ma la neve si sta sciogliendo e polvere e pietrisco non permettono di vedere chiaramente dall'alto resti e attrezzatura sparsi sul ghiacciaio. Così si è proceduto solo a tenere sotto controllo gli spostamenti della calotta di ghiaccio, per fortuna non significativi. Pertanto oggi protezione civile, soccorso alpino, vigili del fuoco, carabinieri, poliziotti e gdf torneranno a operare via terra, con il supporto di cani addestrati e tecnologie per il monitoraggio dei movimenti del ghiacciaio.

«Abbiamo l'obbligo morale di restituire i corpi alle famiglie - ha ribadito il governatore del Veneto Luca Zaia - è l'impegno che io e il presidente della Provincia di Trento Fugatti ci simo presi e che abbiamo chiesto ai volontari e al tavolo di coordinamento». Il sindaco di Canazei, Giovanni Bernard, avverte che la chiusura della Marmolada ora è una scelta dovuta per verificare le condizioni della parte «staccata» e garantire ai soccorritori di lavorare senza ostacoli: chi trasgredisce ai divieti verrà denunciato.

Il primo passo, per gli inquirenti, è ora quello di dare un nome alle vittime ancora non riconosciute, perché ormai restano solo tre i dispersi. I due cadaveri scoperti ieri, quindi, potrebbero infatti appartenere a una delle due coppie venete, Erica Campagnano e il compagno Davide Miotti, o Emanuela Piran e Gianmarco Gallina.

Per la procura è prioritario procedere con l'esame del Dna, per questo sono arrivati a Canazei gli esperti del Ris di Parma, guidati dal colonnello Giampietro Lago, che acquisiranno «i prelievi» di quanto recuperato sulla Marmolada per compararli con il Dna di chi manca all'appello, usando uno spazzolino da denti o il Dna prelevato da un familiare diretto. Ma si tratta solo di pietas umana ormai. La stessa che chiedono gli operatori del Soccoro alpimo Veneto. «Ci sono feriti, vittime, dispersi - scrivono su Fb - Soprattutto ci sono figli, genitori, parenti, amici. Le sentenze sui social, le sparate dei saggi di turno, i giudizi da tastiera, le critiche gratuite, la vita sbandierata, i dettagli macabri, a loro fanno male, senza alcuna utilità. Cerchiamo invece tutti di imparare da questo grande dolore e dalla sofferenza della montagna.

In silenzio».

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