Trovato il corpo del bimbo disperso in mare. Non è servita la catena umana per salvarlo

Carlo, 6 anni, era in acqua da solo. Villeggianti uniti nello scandagliare il fondale. Il corpo trovato a 100 metri dalla riva

Trovato il corpo del bimbo disperso in mare. Non è servita la catena umana per salvarlo
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Non è servito nulla a niente. Non sono serviti i sommozzatori e gli elicotteri, non sono servite le preghiere, non è servita nemmeno la catena umana costruita dai turisti lunedì sera dalla battigia al mare, al punto in cui era stato visto per l'ultima volta. Niente da fare. Il corpo di Carlo Panizzo, il bambino di sei anni scomparso lunedì nelle acque agitate della spiaggia di Cavallino Treporti, vicino a Venezia, è stato trovato alle 2,45 di ieri, adagiato sul fondale sabbioso, vicino a un frangiflutti a due metri di profondità, a qualche decina di metri dalla battigia. Il ritrovamento è stato effettuato grazie alla strumentazione Sonar in dotazione ai sommozzatori dei Vigili del fuoco.

La conclusione più tragica di una dozzina di ore che hanno unito tutta la comunità di residenti e vacanzieri in una ricerca disperata quanto ostinata che ha affiancato le ricerche "ufficiali" coordinate dal 9° Maritime Rescue Sub Centre della Direzione marittima del Veneto, che ha potuto contare su una motovedetta, due gommoni, pattuglie via terra e un aereo Mantra ATR-42 dotato di sistema di telerilevamento notturno, della Guardia Costiera, su tre elicotteri dei Vigili del fuoco, della Polizia di Stato e della Guardia di finanza, sui sommozzatori e su un mezzo nautico dei Vigili del Fuoco, sugli assistenti bagnanti del litorale.

Il piccolo Carlo, 6 anni, era di Roncade (Treviso). Si era allontanato dalla mamma per entrare in acqua non consapevole del pericolo e quando la donna ha visto la sua assenza prolungarsi ha chiamato i soccorsi che si sono attivati rapidamente. La famiglia, devastata dal dolore e dai sensi di colpa, ha potuto contare sul supporto psicologico e logistico offerto dal Comune di Cavallino-Treporti e dal sostegno spontaneo della comunità locale. "È stato un impegno collettivo senza precedenti - dice l'assessore comunale al Turismo, Alberto Ballarin - con ricerche in mare, in cielo e a terra, partito dalla concertazione del tavolo di emergenza coordinato dal Prefetto in merito alle attività di ricerca, al quale abbiamo preso parte assieme alla sindaca Roberta Nesto". Ieri il comune lagunare ha sospeso tutte le attività istituzionali "in segno di lutto e riflessione". Il presidente di Assocamping Cavallino-Treporti, Francesco Berton parla di "una notte di speranza e preghiera, finita purtroppo nel modo più doloroso" e di "un lutto condiviso tra cittadinanza e ospiti".

Addolorato anche Marco Donadel, sindaco di Roncade, il paese della famiglia del piccolo Carlo. "Da papà e da genitore, posso solo immaginare lo strazio, il dolore e il vuoto che stanno provando i genitori in questo momento. Nei prossimi giorni cercherò di mettermi in contatto con la famiglia per esprimere personalmente la vicinanza della nostra città. La città di Roncade è infatti una comunità unita; mi auguro che i familiari di Carlo possano sentire l'abbraccio di tutti i nostri concittadini. Di "destino crudele, che nessuna persona può accettare", parla il governatore del Veneto Luca Zaia che però vuole sottolineare che "tra la vita e la morte c'è stato quell'attimo, seguito da quella splendida quanto inutile catena umana di solidarietà subito creatasi appena dato l'allarme.

Nessuno si è arreso fino al ritrovamento. In questa lotta contro il tempo, da parte di semplici cittadini e di tutti gli uomini e donne che vestivano le divise più disparate c'è il meglio dell'uomo, purtroppo stavolta senza il premio di una vita salvata".

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