Cronache

"Truffa sui bambini in affido". L'ombra di un'altra Bibbiano

Tra i 14 sotto inchiesta anche l'ex moglie di Foti. I pm: abusi e maltrattamenti per togliere i minori alle madri

"Truffa sui bambini in affido". L'ombra di un'altra Bibbiano

A poche ore di distanza dall'approvazione del disegno di legge della Regione Piemonte «Allontanamento zero», che mira a ridurre al minimo gli affidamenti dei minori a strutture o famiglie esterne, la procura di Torino ha chiuso un'inchiesta che - secondo gli inquirenti - presenta delle analogie con il caso Bibbiano.

Quattordici le persone rinviate a giudizio, tra loro anche la psicoterapeuta Nadia Bolognini già indagata a Reggio Emilia. Sono contestati a vario titolo reati di falso, abuso d'ufficio, frode processuale, accesso abusivo a sistema informatico. La procura ha anche ipotizzato una truffa ai danni dei genitori biologici dei minori e del Comune di Torino, che fra il 2013 e l'aprile del 2021 erogò alle affidatarie 115mila euro a titolo di rimborso spese.

Le indagini sono partite dal caso di due fratellini allontanati dai genitori nigeriani, per presunti abusi che in realtà non furono mai riscontrati, ma che sono stati la premessa per dare in affidamento i piccoli a una coppia di donne, accusate di averli maltrattati e poi accolti in comunità nel tentativo di riavvicinarli alla madre biologica. Una vicenda soprannominata la «Bibbiano torinese» per alcune analogie con il caso giudiziario dell'Emilia e per il coinvolgimento di Bolognini, ex moglie di Claudio Foti, considerato - con il centro Hansel e Gretel - l'anima di un sistema di allontanamenti forzati. La psicoterapeuta, accusata di falso, è sospettata di aver pilotato le indicazioni date da un bambino con difficoltà cognitive, trasformando un rito magico in un abuso sessuale da parte del padre e considerato la madre testimone passiva. Indagate per maltrattamenti anche le due donne affidatarie che hanno allevato i bambini per otto anni. «Abbiamo fatto solo il loro bene», si sono difese davanti agli inquirenti.

Una delle contestazioni fatte dal pm Giulia Rizzo, riguarda la lunghezza dell'affido, che non dovrebbe superare i due anni. L'altra contestazione riguarda gli emolumenti versati alla famiglia affidataria per il periodo in cui i bambini sono stati nel nuovo nucleo. Un compenso che alla luce di possibili irregolarità diventerebbe illegittimo. Dalle indagini, sono emerse altre vicende sospette, soprattutto sui tempi degli affidi, che spesso si prolungano oltre il previsto, e per le verifiche effettuate prima di dichiarare adottabili i bambini. La vicenda ha richiamato l'attenzione dell'ordine degli assistenti sociali del Piemonte, che ha avviato «tutte le procedure per accertare se vi siano responsabilità sotto il profilo disciplinare da parte di professionisti assistenti sociali eventualmente coinvolti - ha spiegato il presidente Antonio Attinà - Non bisogna generalizzare e addebitare all'intera categoria comportamenti scorretti». «Le indagini - sottolinea l'assessore regionale alla Famiglia Chiara Caucino, promotrice del ddl Allontanamento Zero - dimostrano la necessità di verificare un sistema che in Piemonte ha una percentuale di affidi superiori alla media nazionale. Favorire la famiglia è una battaglia di civiltà e solo in caso di abusi accertati si deve attuare un allontanamento che deve essere il piu possibile intrafamiliare.

Nelle prossime settimane apriremo una discussione anche con le famiglie affidatarie, perché il bene dei minori è sempre la priorità».

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