Politica

Truffa sulla Stabilità: soldi agli immigrati e tagli al bonus bebè

Agli stranieri social card da 40 euro, mentre il contributo per i nuovi nati andrà solo alle famiglie con reddito inferiore a 25mila euro

P er nulla indolore la conferma della social card per gli stranieri. Presentata come un atto dovuto e quasi automatico, l'estensione della carta da 40 euro al mese ai cittadini di paesi non europei ha fatto andare su tutte le furie – per limitarsi alla maggioranza - il Nuovo centrodestra. Perplessità generalizzate anche perché ieri è emerso un altro particolare sugli emendamenti del governo alla Legge di stabilità, cioè un forte ridimensionamento del bonus bebè. Sarà legato all'Isee, l'indice della situazione economica delle famiglie, e limitato ai redditi sotto i 25mila euro. Era in origine una misura a favore anche delle classi medie, tanto che la soglia precedente era di 90mila euro. Per contro l'assegno – 80 euro al mese per i nati nel 2015 per tre anni – raddoppia per i redditi sotto i 7.000 euro all'anno. Si parla di redditi familiari, quindi il bonus sarà negato alla classe media in difficoltà. Una coppia di precari a mille euro al mese rischi di essere esclusa.

Il welfare resta comunque un fronte aperto per il governo. Ieri il ministero dell'Economia ha spiegato che l'emendamento sulla social card serve a evitare «che tutti i beneficiari debbano la restituzione dei soldi di gennaio-marzo 2014». Una mini sanatoria, per un vuoto di legge causato dalla mancata conversione di un decreto. Ma il tema è anche politico.

I vertici Ncd alla Camera hanno formalizzato la richiesta di ritirare l'emendamento: «Non è chiaro se il governo vuole estendere la social card o destinare apposite risorse per ottemperare a precedenti obblighi e sanare il contenzioso con le Poste. C'è ancora tempo per discuterne». Dubbio legittimo, che arriva peraltro dal partito dell'ex ministro, Maurizio Sacconi, inventore della social card. Ma anche da un esponente del Pd come Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio, che l'ha definito «un emendamento sbagliato».

Le cifre che riguardano gli extracomunitari non sono enormi. I 250 milioni stanziati nel 2014 non sono stati tutti spesi e gli stranieri rappresentano una frazione dei beneficiari. Ma il tema delle prestazioni sociali a favore degli stranieri è caldo non solo in Italia, visto che recentemente la corte europea di giustizia ha condannato il «turismo del welfare». Si è aperto anche il fronte del canone Rai. La riforma, che consisterà nella riduzione dell'importo ma anche il pagamento automatico in bolletta, ancora non c'è ma il Ncd l'ha già definita una «stortura».

Schermaglie politiche, in attesa del via libera della Commissione europea ai conti italiani, che dovrebbe arrivare mercoledì. Ieri il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ha attaccato le istituzioni Ue sostenendo che hanno dato giudizi sui conti italiani basandosi su «metodi traballanti». La commissione li ha difesi. E, sempre da Bruxelles è arrivato anche un avvertimento: l'Iva del 4% sugli ebook non è legittima e deve essere riportata al 22%.

Tra le novità di ieri, sono spuntati 200mila euro in più all'anno, per il periodo 2015 e 2016, destinati al rifinanziamento degli ammortizzatori sociali. Si tratta di un punto dell'accordo della direzione Pd sul lavoro. L'altro era l'ammorbidimento della riforma dell'articolo 18 contenuta nel Jobs Act.

È stato presentato il pacchetto sui comuni, concordato con l'Anci. Tra le novità, la sospensione per cinque anni del Patto di stabilità per i comuni che si accorpano, ma anche la possibilità per i sindaci di tagliare non solo la spesa corrente, ma anche quella per investimenti.

Sembra molto un incentivo a non ridurre gli sprechi e sacrificare le opere pubbliche che servono ai cittadini.

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