New York Una firma per evitare un nuovo shutdown, e un'altra per dichiarare l'emergenza nazionale, bypassando il Congresso per la costruzione del muro al confine con il Messico. Dopo due mesi di botta e risposta, negoziati, e la paralisi record di 35 giorni del governo federale, il presidente americano Donald Trump usa il pugno duro sulla sicurezza alla frontiera. E non si tratta soltanto - assicura - di mantenere quanto promesso gli elettori (anche in vista della corsa per la rielezione nel 2020), ma di fronteggiare quella che torna a definire un'invasione. Per farlo, si prepara a sbloccare circa otto miliardi di dollari di fondi. «Non è solo una questione di promesse elettorali, c'è una vera e propria crisi della sicurezza. Dire che il muro non funziona è solo una bugia, una grande bugia», chiosa il tycoon. «Siamo di fronte a un'invasione di droga, gang, criminali, e questo è inaccettabile», continua Trump. «È molto semplice, vogliamo fermare l'ingresso in America di droga e criminalità».
The Donald è consapevole che i democratici faranno di tutto per fermarlo, e pure che la mossa fa storcere il naso a una parte del suo partito. Ma questi ultimi «non sono molti», dice. «L'emergenza nazionale è stata firmata tante volte in passato, da molti presidenti, e raramente è stato un problema, a nessuno interessava», spiega dal giardino della Casa Bianca. «Con la dichiarazione il presidente avrà accesso a circa otto miliardi di dollari che possono essere utilizzati per proteggere il confine meridionale», spiega da parte sua il capo di gabinetto, Mick Mulvaney. L'accordo bipartisan raggiunto da repubblicani e democratici, che finanzia il governo sino al 30 settembre, prevede solo 1,375 miliardi di dollari per barriere fisiche (non un muro di cemento, ma recinzioni metalliche) su poco meno di 100 km al confine meridionale. Molto meno dei 5,7 miliardi per 320 km chiesti dal tycoon.
Oltre a questa cifra, secondo i funzionari Usa, Trump sta pensando di fare ricorso come canali di finanziamento a circa 3,5 miliardi di fondi del Pentagono destinati a costruzioni militari, 2,5 miliardi del programma per la lotta al traffico di droga sempre del Dipartimento della Difesa, e 600 milioni di dollari da un fondo del Dipartimento del Tesoro. I democratici sono sul piede di guerra.
La speaker della Camera Nancy Pelosi e il leader della minoranza al Senato, Chuck Schumer, promettono di usare «ogni rimedio possibile» a Capitol Hill e in tribunale. «Questa è chiaramente una presa di potere da parte di un presidente deluso, che ha fallito, e cerca di ottenere quello che vuole al di fuori della legge. Il presidente non è al di sopra della legge e il Congresso non può lasciare che stracci la Costituzione», continuano, invitando i repubblicani contrari a unirsi ai loro sforzi. Mentre la deputata socialista Alexandria Ocasio-Cortez annuncia sui social che intende presentare un provvedimento per bloccare la dichiarazione di Trump.
Iniziativa che porterà avanti insieme al parlamentare dem Joaquin Castro, il quale nei giorni scorsi ha spiegato come la legge consenta al Congresso l'autorità di impedire l'emergenza nazionale con una risoluzione comune, che va introdotta e approvata.
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