Trump ha già ribaltato il "mondo" di Obama: più tasse su Amazon e auto inquinanti libere

Il presidente pronto a colpire Bezos e a cancellare i limiti verdi imposti da Barack

Trump ha già ribaltato il "mondo" di Obama: più tasse su Amazon e auto inquinanti libere

Dagli ad Amazon e all'odiato suo proprietario Jeff Bezos, nemici del commercio tradizionale americano. Ma anche a Netflix, che danneggia Hollywood e si permette perfino di arruolare nel suo board la detestata liberal Susan Rice. E basta con queste fisime sulle auto, che in fondo un po' inquinare devono, sennò che auto sarebbero? E quindi presto via a un bel cambio di regole, per rendere meno stringenti quelle imposte dall'ambientalista chic Barack Obama, che con le sue manie di purificare l'atmosfera dalle emissioni delle auto ha finito col danneggiare l'industria delle quattroruote.

Queste prese di posizione molto controcorrente sono solo le ultime del ricchissimo repertorio di Donald Trump, che in fondo è stato eletto proprio per questo: cantarla in faccia al mainstream culturale intollerante dei «progressisti» e attuare una trasvalutazione di tutti i valori che, se il nostro non avesse tutti i tratti di una discreta ignoranza, si potrebbe qualificare di nietzschiana.

Quella di Amazon, ha scritto il sito Axios, è sempre più un'ossessione personale di Donald Trump. Il presidente insiste sul presunto ruolo nefasto per l'economia americana del colosso del commercio online, che condanna alla chiusura migliaia di negozi, aggira subdolamente il fisco e addirittura «usa le Poste americane come il suo fattorino», addebitando il grosso dei costi al contribuente. Trump avrebbe chiesto ai suoi consiglieri di individuare per lui le migliori strategie per colpire Amazon e azzoppare Bezos. L'obiettivo, in ultima analisi, è il solito: sostenere quei settori che l'avanzata delle nuove tecnologie e la globalizzazione stanno mettendo in difficoltà, ottenendo il consenso di fasce sociali impaurite anche adottando strumenti desueti come i dazi.

Quanto alle annunciate misure sulle auto, si tratta secondo il New York Times di una proposta dei vertici dell'Agenzia federale per l'Ambiente, che il presidente aveva per tempo «normalizzato» spostandola su posizioni non esattamente ambientaliste. Essa prevederebbe un allentamento dei severi limiti alle emissioni inquinanti delle auto imposti dal suo predecessore Obama, e potrebbe avere conseguenze dirompenti sia in America che nel resto del mondo. In patria, infatti, già vengono annunciate misure in senso opposto da parte di una dozzina di Stati, California in testa: sicché si delinea la divisione degli Usa in due mercati distinti per le auto, uno più ambientalista e uno più «trumpiano». Nel resto del mondo, invece, ci si aspetta che l'esempio «lassista» offerto dall'America di Trump possa spingere all'adozione di regole meno stringenti.

Insomma, è sempre più il mondo di Trump. Un «mondo alla rovescia» che i suoi avversari aborriscono, ma che sempre più americani cominciano a riconsiderare in senso positivo, incoraggiati in tal senso dai buoni risultati che ha portato all'economia nazionale il mantenimento di una serie di promesse elettorali: quelle che andavano sotto il «titolo» di America First, ma che erano destinate a risollevare le sorti di una certa America, quella profonda dei ceti medi e bassi di pelle bianca che era stata negletta da Obama nel corso dei suoi due mandati.

Un mondo in cui si difendono i diritti dei produttori di armi da fuoco e dei loro proprietari, in cui si considera più opportuna l'efficienza delle forze armate della difesa dei diritti dei trans di farne parte, in cui si torna ad alzare la voce in politica estera e si fa capire con i fatti anche ai Paesi alleati che l'America e i suoi interessi vengono sempre prima. E in cui, quando emergono novità scomode, si può sempre gridare alle fake news.

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