Trump si schiera con il No Vax e "razzista" Rogan. "Smettila di scusarti con quei pazzi di sinistra"

Il conduttore aveva fatto marcia indietro. L'ex presidente va in suo soccorso

Trump si schiera con il No Vax e "razzista" Rogan. "Smettila di scusarti con quei pazzi di sinistra"

Basta scusarsi per le controversie su Spotify. Donald Trump si schiera dalla parte di Joe Rogan, personaggio tanto controverso quanto popolare negli Usa, dove il suo podcast sulla piattaforma di streaming musicale è tra i più ascoltati. Il comico e conduttore è finito nella bufera con l'accusa di diffondere disinformazione sul Covid e di usare epiteti razzisti, e nel fine settimana si è scusato per il ripetuto uso della parola N..., insulto a sfondo razziale. Secondo l'ex presidente, invece, «Joe Rogan è un ragazzo interessante e popolare, ma deve smetterla di scusarsi con le fake news e i maniaci e pazzi della sinistra radicale». «In quanti modi puoi dire che ti dispiace? Joe, fai quello che sai fare così bene e non lasciare che ti facciano sembrare debole e spaventato. Non sei tu e non lo sarà mai!».

Rogan era già sotto tiro dopo che medici e musicisti lo hanno accusato di aver contribuito a diffondere disinformazione sul virus sul suo programma, tanto che la settimana scorsa Neil Young e altri artisti hanno abbandonato Spotify in segno di protesta per il fatto che ospitasse il podcast «The Joe Rogan Experience». Quindi, la cantante India Arie ha condiviso una compilation con i vari momenti in cui Rogan ha usato la parola N... nel suo podcast nel corso degli anni. Mossa che lo ha spinto a scusarsi su Instagram, spiegando di aver detto cose «che vorrei non aver detto». Rogan ha ammesso che gli epiteti razzisti sono «la cosa più deplorevole e disonorevole di cui abbia mai dovuto parlare pubblicamente». Dopo la nuova polemica, 70 episodi del suo podcast sono stati rimossi da Spotify, anche se il Ceo della piattaforma Daniel Ek ha scritto in una nota interna che è stato Rogan, e non Spotify, a scegliere di ritirarli. Pur affermando che le parole del conduttore «non rappresentano i valori di questa azienda», Ek ha spiegato ai dipendenti che ritirare il podcast, che ha un pubblico in media di 11 milioni di ascoltatori per episodio, sarebbe un errore: «Non credo che mettere a tacere Joe sia la risposta. Dovremmo avere confini chiari sui contenuti e agire quando vengono superati, ma cancellare una voce è una pista scivolosa». Per tutta risposta Neil Young ha esortato i dipendenti di Spotify a lasciare l'azienda: «Uscite da quel posto prima che vi divori l'anima - ha avvertito - Gli unici obiettivi di Ek riguardano i numeri, non l'arte e la creatività».

Nello stesso momento è emersa una possibile alternativa a Spotify per il controverso podcaster: la piattaforma di video streaming Rumble, popolare tra l'estrema destra americana, gli ha offerto un contratto di cento milioni di dollari in cambio dell'esclusiva del suo show per quattro anni.

«Caro Joe, siamo con te, con i tuoi ospiti e con la tua legione di fan nel desiderio di avere una vera conversazione», ha detto il Ceo di Rumble Chris Pavlovski. La piattaforma con sede in Canada, lanciata nel 2013, ha anche stipulato un accordo per fornire video e streaming per «Truth Social», l'app di social media proposta da Trump.

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