Trump spaventa Kim e l'Onu «Distruggerò la Nord Corea»

Esordio orgoglioso e aggressivo del presidente Usa «L'accordo con l'Iran imbarazzante, prima l'America»

Valeria Robecco

New York Donald Trump non tradisce le attese e infiamma il Palazzo di Vetro nel suo primo discorso dallo scranno più alto dell'Assemblea Generale Onu. Il presidente Usa ribadisce con forza il mantra dell'America First, ma soprattutto lancia un durissimo attacco agli «Stati canaglia», Iran e Nord Corea. Un messaggio con toni decisamente più focosi, e distanti, da quello del segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, che ha detto: «Siamo un mondo in pezzi, abbiamo bisogno di un mondo in pace».

L'ira di Trump, accompagnato dalla first lady Melania, dall'ambasciatrice Nikki Haley e dal capo di gabinetto John Kelly, è rivolta in particolare a Pyongyang, che minaccia di «distruggere completamente» in caso di attacco. «Gli Stati Uniti sono forti e pazienti, ma se saremo costretti a difendere noi stessi o i nostri alleati, non avremo altra scelta che distruggere completamente la Corea del Nord», tuona il tycoon, mentre la delegazione di Pyongyang, che siede a pochi metri dal podio dove parla Trump, lascia la sala. «La Corea del Nord deve aver chiaro che la denuclearizzazione è il suo unico futuro», continua, definendo «un oltraggio che ci siano Paesi che sostengono il regime».

The Donald si rivolge al leader Kim Jong Un, definendolo un «rocket man in missione suicida». E riserva parole di fuoco anche all'Iran, dicendo che l'accordo sul nucleare è uno dei peggiori mai siglati e «un imbarazzo per gli Usa»: «Non possiamo rispettare un'intesa che fornisce copertura per l'eventuale realizzazione di un programma nucleare». Affermazioni che fanno pensare ad una possibile uscita di Washington. Poi si rivolge al governo di Teheran, che «maschera una dittatura corrotta dietro la falsa sembianza di una democrazia». Nel mirino del presidente Usa c'è poi il Venezuela, dove la «dittatura socialista» di Maduro ha portato ad una situazione inaccettabile. E per questo Washington è pronta ad agire nei confronti del governo di Caracas.

Per Trump, quello attuale è un «periodo di grandi promesse ma anche di grandi pericoli», tra cui il terrorismo e il radicalismo islamici, che promette di sconfiggere, affermando che «abbiamo fatto enormi progressi contro l'Isis in Iraq e in Siria». Il suo discorso è incentrato anche profondamente sulla dottrina nazionalista dell'America First: «Metterò sempre gli Usa al primo posto, così come voi dovrete fare con i vostri Paesi, e difenderò sempre gli interessi americani», promette davanti ai leader dei 193 Stati membri. «Lavoreremo sempre con gli alleati, ma non ci si potrà più approfittare di noi», prosegue, precisando che «non vogliamo imporre il nostro stile di vita a nessuno, ma l'America vuole essere un modello». I cittadini Usa, a suo parere, hanno pagato «il prezzo più alto» per difendere la libertà, anche di altri Paesi, ma «non abbiamo combattuto perché volevamo un'espansione territoriale, noi vogliamo amicizia e armonia, non conflitto e guerra». E spiega che dalla sua elezione gli Stati Uniti «hanno fatto molto bene», con «la Borsa a livelli di record e l'occupazione in aumento»: «Sono tempi di opportunità straordinari».

Un esordio schietto e perentorio quello del tycoon, che è piaciuto molto al premier israeliano Benjamin Netanyahu: «In oltre 30 anni di esperienza

alle Nazioni Unite non ho mai sentito un discorso più netto e coraggioso», commenta. Per il presidente iraniano Hassan Rohani, invece, Trump «rischia di mettere a repentaglio la credibilità internazionale degli Stati Uniti».

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