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Trump torna in campo e spaventa i dem. E scatta un nuovo assalto giudiziario

Ieri incontro tra legali e pm sulle accuse penali per motivi fiscali. Lui: "Mi perseguitano da quando mi sono candidato nel 2015"

Trump torna in campo e spaventa i dem. E scatta un nuovo assalto giudiziario

Il ritorno di Donald Trump sulla scena politica e il suo sogno di tornare alla Casa Bianca nel 2024 vacillano sotto il peso delle varie inchieste contro di lui e la sua società. Proprio ieri, secondo fonti della Cnn, gli avvocati della Trump Organization avrebbero incontrato i pubblici ministeri nel tentativo di convincerli a non perseguire le accuse contro l'azienda. Da alcune indiscrezioni è emerso infatti come sempre ieri scadesse il termine ultimo per i legali della Trump Organization per convincere le autorità di Manhattan a non procedere con le accuse penali per motivi fiscali. Nel mirino del procuratore Cyrus Vance ci sarebbe la società dell'ex presidente e il suo direttore finanziario Allen Weisselberg. Nel provvedimento non ci sarebbe invece alcun riferimento a The Donald o a membri della sua famiglia, ma è evidente che le accuse potrebbero creare non pochi problemi al futuro della carriera politica del tycoon.

Il legale della società, Ron Fischetti, ha accusato le autorità di New York di voler procedere solo perché non sono riuscite finora a strappare nessuna collaborazione a Weisselberg, ritenuta una figura chiave dell'entourage di Trump. I pm - spiegano i media - hanno analizzato il fatto che la società di Trump abbia utilizzato valutazioni fuorvianti delle sue proprietà per ingannare i finanziatori e le autorità fiscali, e anche se siano state pagate le tasse sulle indennità accessorie per i dirigenti dell'azienda. L'ex inquilino della Casa Bianca - che possiede ancora le sue attività attraverso un fondo gestito dai figli Eric e Donald Jr, oltre che da Weisselberg - definisce le indagini come nient'altro che una «caccia alle streghe» progettata dai democratici per danneggiare le sue prospettive politiche future. «È iniziata il giorno in cui sono sceso dalle scale mobili della Trump Tower e non si è mai fermata», precisa, riferendosi all'inizio della sua campagna elettorale nel 2015.

L'ex presidente, intanto, ha dato il via sabato sera in Ohio a una serie di comizi per sostenere i candidati del Grand Old Party alle Midterm del prossimo anno, che alcuni hanno tuttavia definito il «tour della vendetta» contro i repubblicani «traditori». Ancora non ha sciolto le riserve su una sua eventuale candidatura nel 2024, ma oltre alle indagini legali a complicare ulteriormente il quadro è il susseguirsi di indiscrezioni che lo riguardano. Dall'essere stato scaricato dalla figlia prediletta Ivanka per le continue lamentele sulle «elezioni rubate» alle sue presunte richieste di reprimere con la forza le manifestazioni dopo l'uccisione di George Floyd a Minneapolis, l'estate scorsa. Un nuovo libro sull'ex amministrazione Usa scritto dal giornalista del Wall Street Journal Michael Bender (dal titolo Frankly, We Did Win This Election; The Inside Story of How Trump Lost) racconta infatti le giornate di fuoco del maggio e giugno 2020, e il pressing dell'allora Comandante in Capo per far intervenire l'esercito contro i manifestanti. Pressioni alle quali il capo delle forze armate Mike Milley oppose resistenza. «Dovremmo spaccargli la testa.

È così che dovremmo trattare queste persone», avrebbe detto Trump quando migliaia di manifestanti di Black Lives Matter scesero in piazza in America per manifestare contro la violenza della polizia dopo la morte di Floyd.

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