Exploit della Banca centrale europea. La Bce, infatti, ha deciso di rimuovere la deroga, introdotta nel 2010, che consentiva alle banche greche di approvvigionarsi di liquidità fornendo a garanzia titoli di Stato. L'annuncio è arrivato ieri in tarda serata dopo il consiglio direttivo. La Bce spiega che quella deroga permetteva che i titoli pubblici greci fossero usati nelle operazioni di politica monetaria dell'area euro nonostante la Grecia non avesse più un rating al livello d'investimento, ma speculativo. Al momento non è possibile presumere una conclusione positiva del processo di revisione del programma» di aiuti alla Grecia, scrive la Bce in una nota, spiegando perché il consiglio direttivo abbia, di fatto, chiuso il rubinetto della liquidità alle banche greche. L'annuncio è arrivato dopo che il premier greco Alexis Tsipras aveva sparso ottimismo e rassicurazioni durante il tour europeo che lo ha visto impegnato ieri a Bruxelles e Parigi: «Sono molto ottimista, ancora non c'è un accordo, ma ci stiamo muovendo nella direzione giusta, il nostro obiettivo è correggere il quadro, non distruggerlo». Ma la Troika lo gela. Il governo greco potrebbe esaurire la propria liquidità già il 25 febbraio, come riporta l'agenzia Bloomberg. Il rifiuto di Tsipras ad accettare più prestiti di salvataggio potrebbe tradursi in un cash crunch , una crisi di liquidità, già il prossimo mese.
«Non siamo una minaccia, le nostre proposte sono realistiche», ripete Tsipras incontrando il presidente francese Hollande, dopo l'abbraccio con il presidente della Commissione, Jean Claude Juncker ( nella foto ), e il colloquio con il numero uno del Consiglio europeo, Donald Tusk. Ma nel coro di «volemose bene» c'è una voce dissonante: la Germania. Angela Merkel esige che il nuovo esecutivo greco ritiri le promesse fatte da Syriza, il partito di Tsipras, in campagna elettorale - come l'innalzamento del salario minimo - e ritorni sul cammino di riforme concordato dal governo precedente con la «troika» di creditori internazionali (Ue, Bce, Fmi), tra cui la riduzione del numero dei dipendenti statali, la riforma delle pensioni e la privatizzazione di porti e centrali elettriche. Così un documento ottenuto da Reuters , preparato dal governo di Berlino in vista dell'Eurogruppo di oggi. Niente di più lontano dalla posizione del governo di Atene che ha bloccato le privatizzazioni e si è rifiutato di riconoscere la troika come interlocutore, anche se ieri il neo premier si è affannato a ripetere che la Grecia lavorerà per trovare «un compromesso accettabile per tutti».
Accanto all'attivismo di Tsipras prosegue l'offensiva tecnico-politica del ministro delle Finanze di Atene, Yanis Varoufakis. Ieri ha incontrato Mario Draghi, ha definito «fruttuoso» il colloquio ma ha ribadito di aver trasmesso al presidente della Bce il messaggio che il caso greco non può essere trattato «come business as usual » e cioè come gli altri.
La proposta di Atene a Fmi e Ue «prevede la sostituzione del debito con nuovi bond a interessi di mercato. Cominceremo la restituzione per intero quando si sarà riavviata in Grecia una solida crescita», ha ribadito Varoufakis. Ma lo scenario aperto ieri sera dalla Bce non lascia ben sperare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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