Mettere al polso del tuo bambino un braccialetto localizzatore vale solo se non ha superato la quinta elementare. Così sai che non si potrà perdere al parco o durante una gita. Ma quando tuo figlio adolescente festeggia la promozione con un viaggio all'estero o con un tour lungo lo Stivale, allora il braccialetto te lo puoi scordare. Al massimo lo ricicli sul collare del tuo cane per evitare sorprese se sparisce al parco inseguendo qualche «buon odore».
Per i «quasi maggiorenni» ci vuole ben altro. Come Alessia Marcuzzi ci ha suggerito sorridendo disarmante davanti a un Fabio Fazio molto curioso. La presentatrice, infatti, esibisce dinnanzi alla telecamera lo schermo del suo smartphone, con la mappa di un college inglese e afferma sorridendo che in quel momento suo figlio diciassettenne si trova dove non dovrebbe essere cioè nel dormitorio femminile. «Io geolocalizzo mio figlio» dice senza imbarazzo. E Infatti sulla cartina dettagliata della struttura ecco spuntare un omino che segnala esattamente dove si trova il fanciullo «seguito a distanza». Ingerenza materna? Non è detto, l'importante è siglare un patto di non belligeranza tra genitore e figlio. Da una parte un ragazzo potrebbe sentirsi più tranquillo nel sapere che può rimanere in contatto con le persone di fiducia in ogni momento, dall'altra i genitori sono dotati di un'arma potente per intervenire a distanza in caso di emergenza. Del resto l'app installata deve essere accettata dall'altro utente. E forzare la mano non serve: il controllato può disinstallare l'app dal suo telefono e annullare il collegamento.
La trasparenza è necessaria, ma a volte è merce rara in un rapporto tra genitori e adolescenti. E per i ribelli non è sempre facile accettare l'amicizia di un genitore che si vede costretto a ricorrere ad altri mezzucci. Negli Usa per esempio, il 55% dei genitori di ragazzini dichiara senza remore di «pedinare» i propri figli su Facebook. Ma quando c'è intesa tra adulti e giovani, la tecnologica funziona a meraviglia. Basta uno smartphone con Gps e si può attivare la geolocalizzazione scaricando un'applicazione apposita. Apple ha un'app dedicata («Trova i miei amici») e ne esistono anche per Android e Windows Phone.
Poi ce ne sono molte altre, tutte dai nomi impossibili: Footprints, Sms2WhereAreYou, SecuraFone, Life360°, Glympse, pMonitor, Lookout. Gps Phone Tracker. Sono quasi sempre a pagamento ma con prezzi contenuti.
Footprints, per esempio, ha due mesi di prova gratuita, tre mesi a 0,79, un anno a 2,39 e tre anni 3,99. E con questa applicazione si può sapere non solo dove si trova al momento il ragazzo ma anche eventuali spostamenti precedenti. Sms2WhereAreYou, invece, sfrutta il sistema dei messaggini: al genitore basterà inviarne uno al telefonino del figlio per ricevere il luogo esatto in cui si trova quel cellulare.
Mobile Fence, serve per famiglie numerose e costa di più. L'app è gratuita solo per 30 giorni. Poi scatta l'abbonamento mensile, che varia a seconda del numero dei dispositivi che si vuole tenere sotto controllo. Per monitorane fino a 3 dispositivi si paga 36 $ all'anno, per cinque dispositivi si sale a 54 $ all'anno, servono 99 dollari se i cellulari sono oltre cinque.
Del tutto gratuito è il controllo se è attiva la geolocalizzazione su Facebook o
Twitter. Anche Snapchat, sempre che non sia in modalità fantasma, consente di condividere la propria posizione geografica con gli amici che hanno accettato l'amicizia. E tra questi ci potrebbero essere anche mamma o papà.
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