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"Il turismo vola, ma gli hotel non trovano personale"

Il ministro: "Numeri ai livelli del pre-Covid. Però le strutture non garantiscono i servizi"

"Il turismo vola, ma gli hotel non trovano personale"

Sorrento. Il turismo è tornato. Quella del 2022 si preannuncia come un'estate da ricordare per il settore. Un nuovo boom per il quale Massimo Garavaglia non nasconde la propria soddisfazione, preannunciando una serie di azioni da mettere in campo per consolidare la ripresa. Il ministro del Turismo ha trascorso due giorni a contatto con 130 ragazzi arrivati a Sorrento da tutto il mondo per il Global Youth Tourism Summit.


Ministro, quali segnali arrivano nel turismo in questo 2022?


«Segnali importanti, oltre le nostre aspettative. L'impressione è che a fine anno ci attesteremo su numeri simili al 2019 e in alcune regioni e località andremo anche oltre. Considerando che nei primi mesi dell'anno c'erano ancora le restrizioni e si viveva di incognite, è un risultato eccezionale da cui ripartire. Ora dobbiamo consolidare questi numeri».


Molti imprenditori del turismo lamentano la difficoltà nel trovare personale. Lei riesce a spiegarsi il motivo?


«La carenza di personale è effettiva e sta limitando l'offerta. Ci sono alberghi che non mettono a disposizione tutte le camere delle loro strutture perché non riescono a garantire il servizio o alberghi che fanno ristorazione solo la sera. È un potenziale che non riusciamo a sfruttare. Se hai il 9% di disoccupazione e ti mancano 350mila persone solo nel turismo è evidente che qualcosa non quadra. Bisognerà capire e organizzarci nel breve, medio e lungo termine perché l'anno prossimo non possiamo trovarci in questa situazione».


Esiste un problema di sovraffollamento turistico?


«In prospettiva sì, se si vogliono assicurare standard di qualità all'altezza. Se si ritorna ai numeri del 2019 l'overtourism viene da sé. Noi vogliamo che le persone, giovani o anziani che siano, vengano in Italia, ma vogliamo anche che ci ritornino. Durante la pandemia sulle piste da sci i numeri erano contingentati e bisognava prenotare online. Il flusso si distribuiva durante tutta la settimana con un livello di soddisfazione più alto. Ecco, il digitale ci può consentire di distribuire meglio il flusso nel tempo ma anche nello spazio, perché con una sana promozione dell'Italia meno conosciuta la macchina turismo può funzionare meglio. Non a caso durante l'Eurovision - la manifestazione più vista al mondo dopo le Olimpiadi - abbiamo promosso l'Italia minore proprio per far capire quante cose belle abbiamo».


Ministro Garavaglia, come è nata l'idea di questo summit?


«È cambiato il mondo in questi ultimi due anni ed è cambiato il turismo. Oggi più che mai abbiamo bisogno di suggerimenti sulle scelte da compiere nei prossimi 10-15 anni. Vogliamo sapere cosa chiedono i giovani al turismo, una generazione che oggi ha la possibilità di viaggiare in maniera molto più libera rispetto al passato, ma anche come formare i futuri lavoratori e rendere di nuovo appetibile il lavoro in un ambito strategico per l'Italia».


Quali sono le richieste che arrivano dai giovani turisti?


«I nati dal 97 in poi sono due miliardi nel mondo. Orientano le decisioni delle famiglie e loro stessi sono turisti. Sono nati con Internet, hanno un'attenzione particolare al turismo sostenibile, accessibile e ai temi della disabilità. Noi dobbiamo ascoltarli anche perché sono i nostri futuri clienti».


Come si fa a parlare alle nuove generazioni?


«I ragazzi usano linguaggi che cambiano continuamente. Serve innovazione e ascolto. Non a caso nel Pnrr abbiamo previsto investimenti importanti sulla rivoluzione digitale del settore turistico. La mia figlia più grande ha fatto uno stage in un teatro dove il direttore aveva la necessità di attirare pubblico giovane. I ragazzi hanno sviluppato una serie di iniziative: programmi più corti, aperitivi in cui divulgare e spiegare le opere, incontri con i musicisti che hanno illustrato i segreti dei loro strumenti.

Per fare questo ci vuole ascolto e una volontà forte di rimettersi in gioco».

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