È un turismo che pesa quello lombardo nelle altre regioni italiane. E adesso che stanno per cadere le restrizioni imposte sugli spostamenti intra-regionali, proprio la Lombardia rischia di rimanere al palo e di dover aspettare ancora. Uno slittamento che impedirebbe ai cittadini la possibilità, attesa da tanto, di raggiungere le seconde case, ma che soprattutto farebbe male alla ripresa del turismo nazionale, già gravato da una crisi senza precedenti.
È evidente l'impatto economico della Lombardia sul turismo regionale, sul quale si punta per arginare le perdite e far ripartire i consumi in tempi di coronavirus. Come si desume dall'ultimo Rapporto sul turismo italiano (edizione 2018-2019) del Consiglio nazionale delle ricerche, coordinato da Alfonso Morvillo, direttore dell'Istituto di ricerca su innovazione e servizi per lo sviluppo del Cnr, e da Emilio Becheri, uno dei maggiori esperti di un settore strategico per il nostro Paese, che vale il 13 per cento del Pil e che è fortemente legato alle specificità territoriali.
Dalle 800 pagine dello studio che mette insieme e analizza i dati nazionali, emerge che la Lombardia ha un ruolo determinante nella generazione dei flussi turistici in Italia e le sue performance hanno un impatto economico forte delle varie regioni. Basti pensare che nel 2018 la spesa dei lombardi fuori dai confini regionali ha toccato quota 11.379 milioni di euro, facendo registrare un saldo negativo tra spesa turistica effettuata dai propri abitanti fuori regione (in Italia o all'estero) e spesa effettuata nella regione dai non residenti (italiani e stranieri). Stesso saldo negativo anche per il Piemonte (i cui abitanti nel 2018 hanno speso 4.426 milioni di euro oltre i propri confini), l'altra regione che rischia di non poter riaprire il prossimo 3 giugno. Un dato che viene imputato «sia ad una più elevata propensione alla spesa turistica fuori regione dei residenti, indicatore che peraltro contraddistingue le aree economicamente più sviluppate e ricche, sia alle caratteristiche del sistema di offerta turistica locale, che possono favorire la scelta di destinazioni fuori regione».
La Lombardia ha un alto indice Toi, che nel rapporto si riferisce ai flussi verso le altre regioni italiane. Movimenti che sono aumentati passando da un valore intorno a 8.0 milioni a circa 10.8 milioni. Ma adesso la vocazione dei lombardi per le vacanze oltre i propri confini, che muove denaro e fa bene al turismo, è messa a rischio dai dati non incoraggianti sui contagi, che frenano anche le aperture degli altri Paesi nei nostri confronti.
La Svizzera il 15 giugno riaprirà le frontiere con Germania, Francia e Austria, ma non quelle con l'Italia. Idem in Austria, dove il ministro della Salute Rudolf Anschober ha ribadito che per il suo governo «l'Italia è ancora un focolaio»e per questo i confini resteranno chiusi solo al nostro Paese.
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