Tutti per Biden contro Sanders Ma può ridere solo Bloomberg

L'ex vice presidente col sostegno di Buttigieg, O'Rourke e Klobuchar tenta la rimonta. Ma Bernie resta avanti

Tutti per Biden contro Sanders Ma può ridere solo Bloomberg

New York Joe Biden non può fallire se vuole fermare la corsa di Bernie Sanders. In quella che è considerata la giornata più importante delle primarie democratiche di Usa 2020, gli elettori di 14 stati americani da un capo all'altro del Paese si sono recati al voto per assegnare 1.357 delegati dei 1.991 necessari per conquistare la nomination nella convention di metà luglio a Milwaukee. Dopo la «resurrezione» in South Carolina, Biden si è presentato alle urne rafforzato dalla raffica di endorsement incassati nelle ultime ore dagli ex candidati centristi Pete Buttigieg, Amy Klobuchar e Beto O'Rourke. E proprio gli sviluppi nel campo moderato, che pare riunirsi sempre più intorno alla figura dell'ex vice presidente, hanno cambiato le carte in tavola. Sino alla vigilia del super martedì Sanders era saldamente in testa in diversi stati, soprattutto quelli cruciali di California (che mette in palio 415 delegati) e Texas (228 delegati), passando per la Virginia (99 delegati). Quanto bastava al senatore socialista del Vermont per assicurarsi un vantaggio difficile da colmare nei mesi a seguire.

Nelle ultime ore, però, Biden, ha registrato un clamoroso ritorno, contendendo al rivale progressista il Texas. Per provare a frenare la volata di Sanders verso la nomination ha scommesso tutto sugli stati del Sud e sul voto dei neri in Alabama, Arkansas, Tennessee. Puntando inoltre sul North Carolina, dove si assegnano 110 delegati. Biden deve però fare i conti anche con l'incognita Bloomberg: l'ex sindaco di New York ha debuttato ieri ufficialmente nella battaglia delle primarie dopo aver speso di tasca propria una vera fortuna per la campagna elettorale, e mira allo stesso elettorato dell'ex numero due di Barack Obama. La regola elettorale vuole che, stato per stato, per aggiudicarsi dei delegati ogni candidato superi la soglia di voti del 15%, ed è da questo che dipende l'entità della vittoria di Sanders, e l'eventuale peso di Bloomberg nella corsa. Il miliardario punta in particolare sull'Arkansas, lo stato di Bill Clinton, dove ha investito moltissimo.

Sempre più profondo sembra invece l'abisso in cui è sprofondata Elizabeth Warren, considerata ormai al capolinea. Sanders ha atteso i risultati a Burlington, in Vermont (cittadina di 40mila abitanti dove abita e dove ha lanciato la sua «rivoluzione» quarant'anni fa quando ne diventò sindaco). Biden invece in California e Bloomberg a West Palm Beach, a due passi da Mar-a-Lago, la Casa Bianca d'inverno di Trump. Ma il loro pensiero va già oltre il Super Tuesday e guarda agli altri decisivi appuntamenti di marzo: dalle sfide del prossimo martedì, dove al voto andranno sei stati, a quelle del 17 marzo in Florida, Ohio, Illinois e Arizona. Mentre il 24 sarà il turno della Georgia. Il presidente Usa, intanto, osserva la gara dei rivali democratici e parla di un nuovo complotto dell'establishment del partito dell'Asinello per mettere fuori gioco Sanders. «Stanno effettuando un altro golpe contro Bernie» dopo quello del 2016 che favorì Hillary Clinton, scrive su Twitter Trump commentando gli ultimi sviluppi, facendo riferimento al ritiro della vigilia di Buttigieg e Klobuchar.

Poi rilancia un tweet di Fox News con una carrellata delle gaffe di Biden, affermando che «il sonnolento Joe non sa dov'è e cosa fa. Onestamente non credo sappia neanche per cosa si è candidato». E di Bloomberg dice: «Mini Mike non si riprenderà mai dalle sue incompetenti performance nei dibattiti tv».

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