Cronache

"Ubriachi", il gip conferma gli arresti Sulle foto scatta l'indagine dell'Arma

Il Comando generale contro la diffusione delle immagini dei due

"Ubriachi", il gip conferma gli arresti Sulle foto scatta l'indagine dell'Arma

Un'ultima carezza a Mario. Oggi alle 16 i colleghi del carabiniere ucciso a Roma potranno digli addio nella camera ardente in piazza Monti di Pietà. Ma all'interno dell'Arma c'è un altro elemento che ha scatenato la polemica. Nel mirino del Comando generale la diffusione e la conseguente pubblicazione delle foto dei fermati. Il Comando prende «le distanze dallo scatto e dalla divulgazione di foto di persone ristrette per l'omicidio del vice brigadiere Mario Cerciello Rega». Una vicenda sulla quale i vertici dell'Arma vogliono andare a fondo. E il Comando provinciale fa sapere che «sta svolgendo con la massima tempestività accertamenti diretti a individuare i responsabili».

Christian Gabriel Natale Hjorth ed Elder Finnegan Lee, i due californiani di 19 e 20 anni, dovranno rispondere di concorso in omicidio volontario e tentata estorsione. Al termine di un interrogatorio fiume, venerdì sono stati portati in cella dai militari, che hanno sequestrato il coltello, usato per colpire otto volte Mario Rega Cerciello. Lo avevano ripulito e nascosto, insieme ai vestiti, dietro un pannello nel soffitto della stanza d'albergo a Prati, dove alloggiavano mentre in una fioriera è stato ritrovato lo zaino oggetto dell'estorsione. Elder si è avvalso della facoltà di non rispondere («È molto provato»), Natale ha confermato la sua versione davanti al gip, che in serata ha confermato gli arresti.

È già passata la mezzanotte quando i due, a caccia di cocaina, a piazza Mastai si avvicinano a Sergio Brugiatelli. Non è chiaro se sia lui il pusher o l'intermediario. Racconta di aver indicato loro un soggetto da cui acquistare una dose in cambio di 100 euro, ma si accorgono che è aspirina. Tornano indietro convinti di trovare lo spacciatore, se la prendono con Brugiatelli: gli rubano lo zaino e si allontanano. L'italiano si fa prestare il cellulare da un passante e chiama il 112. Arriva una pattuglia in piazza Giuseppe Gioacchino Belli, a Trastevere. È venerdì, sono le due. Insieme ai militari Brugiatelli chiama ripetutamente il suo cellulare, fino a quando Natale, risponde che se rivuole lo zaino deve portare cento euro e una dose di coca in via Pietro Cossa. Ma i due colleghi sono in divisa e la centrale operativa decide invece di mandare all'appuntamento una pattuglia in borghese, impegnata in controlli a piazza Farnese. Mario Rega Cerciello e Andrea Varriale sono armati, ma la pistola non la tireranno mai fuori. Quando gli americani non trovano Brugiatelli fuggono e vengono inseguiti. Si qualificano come appartenenti alle forze dell'ordine, come racconterà Natale in Procura, mentre Lee Finnegan Elder giura di non aver capito, non sa la lingua.

Cerciello ingaggia una colluttazione con Elder, Varriale con Natale. «Dopodiché Elder - scrivono i pm Calabretta e D'Elia nel decreto di fermo - colpisce con numerosi fendenti Cerciello in zone vitali. E dopo l'aggressione i responsabili scappano incuranti delle condizioni del Cerciello». Cerciello urla, l'altro prova a intervenire, ma è tardi. Il vice brigadiere è a terra.

Il sopravvissuto lancia l'allarme, parlando inizialmente di un'aggressione subita da due maghrebini. L'accoltellato viene trasportato al Santo Spirito, ma non c'è più nulla da fare. Gli indizi di colpevolezza, raccolti dai carabinieri di via In Selci «gravi e concordanti» tra cui il video di sorveglianza e le testimonianze di Brugiatelli, Varriale, del portiere dell'albergo di Prati e del facchino, che ricorda anche come erano vestiti i due californiani, portano dritti a loro, che nel frattempo hanno provato a ripulire il coltello usato per la mattanza. I due sull'occultamento dell'arma, trovata in camera di Elder e riconosciuta come quella usata per il delitto, forniscono versioni «contrapposte, accusandosi reciprocamente». La notte dell'aggressione entrambi erano ubriachi e l'accoltellatore fa uso di Xanax.

Dopo il delitto stavano per lasciare l'Italia, ma non hanno fatto in tempo.

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