Ai primi carabinieri che l'altra notte hanno cercato di ricostruire con lui l'accaduto e comprendere cosa ci facesse quel ragazzo straniero, disarmato con un proiettile nel petto e ormai morto, sulle scale al terzo piano della sua villetta rosa, ha spiegato di essere «esasperato». «in poco tempo ho subito quattro furti. così, quando sono uscito dalla camera da letto svegliato da dei rumori e ho visto una sagoma avanzare verso di me, nel buio, ho pensato subito a un ladro. ma non volevo che morisse».
In realtà Francesco Sicignano - classe 1950, sposato, padre e nonno, ex consulente finanziario in pensione e residente in una trifamigliare in via Cagnola, zona residenziale di Vaprio d'Adda, comune milanese ai limiti della provincia di Bergamo - non avrebbe mai presentato denunce per furto a qualsivoglia forza dell'ordine. Naturalmente questo non significa che non si possa avere paura, essere terrorizzati, svegliandosi nel cuore della notte e trovandosi di fronte uno sconosciuto che sale le scale mentre ti punta qualcosa contro (più tardi si scoprirà che si trattava di una torcia, peraltro accesa). Soprattutto quando in casa oltre a te, vivono moglie, figlio, nuora e un nipotino. Francesco Sicignano, però, era pronto per l'evenienza: detiene regolarmente una pistola a tamburo sin al 1994. Così, prima di avventurarsi fuori dalla stanza dove dorme con la consorte, ha impugnato la sua calibro 38, ha sparato un solo proiettile contro la «sagoma», colpendola in pieno petto e uccidendola sul colpo. Quindi, senza comprendere o controllare chi o cosa avesse centrato e che fine avesse fatto, è uscito d'impeto sul balcone e ha sparato altre due volte, stavolta in aria, dopo aver notato in giardino altre due ombre fuggire. Rientrato in casa, finalmente ha trovato la calma necessaria per accorgersi che quello a terra a cui aveva sparato era un giovane uomo e ha cercato di soccorrerlo. Inutilmente.
Il ladro, non ancora identificato, proviene quasi sicuramente dall'Est Europa e potrebbe avere tra i 25 e i 28 anni. L'iniziale accusa di eccesso colposo in legittima difesa scattata subito nei confronti del pensionato, con il passare delle ore ieri si è trasformata in omicidio volontario: Sicignano resta a piede libero.
Intanto sempre ieri, su Twitter , il governatore Roberto Maroni ha dichiarato che la Regione Lombardia si accollerà le spese di difesa del pensionato «che, per legittima difesa, ha sparato al ladro entrato in casa sua».
A notare i tre giovani estranei intorno all'una e mezza dell'altra notte davanti alla villetta dei Sicignano è Martina, una vicina ventenne che sta rincasando. E che, insospettita da quei figuri, li indica alla madre: sarà proprio lei, la donna, ad avvertire per prima i carabinieri della compagnia di Vimercate spiegando che nell'abitazione accanto alla sua c'è stata quasi sicuramente una rapina. Martina, infatti, spiegherà poi agli investigatori che dal momento in cui entra in casa e parla con la mamma, nella casa accanto tutto si consuma in una pochi secondi. «Ho visto quegli uomini e, poco dopo essere entrata in casa ho sentito gli spari».
Nel frattempo, infatti, il giovane rapinatore, avventuratosi nella trifamigliare attraverso una finestra, si era tolto le scarpe, aveva infilato i calzini sulle mani per non lasciare impronte, iniziando a salire le scale verso il terzo piano, probabilmente in cerca di qualcosa da portar via. E andando incontro inconsapevolmente alla morte.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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