Cronaca giudiziaria

Uccise la ex: sì dei giudici alla perizia psichiatrica

È cominciato davanti alla Corte di Assise di Bologna il processo a Giovanni Padovani, 27enne ex calciatore, accusato dell'omicidio dell'ex fidanzata Alessandra Matteuzzi, 56 anni

Uccise la ex: sì dei giudici alla perizia psichiatrica

È cominciato davanti alla Corte di Assise di Bologna il processo a Giovanni Padovani, 27enne ex calciatore, accusato dell'omicidio dell'ex fidanzata Alessandra Matteuzzi, 56 anni, picchiata con un martello e con una panchina, il 23 agosto 2022 sotto casa, in via dell'Arcoveggio.

La Corte ha disposto una perizia psichiatrica per accertare la capacità di intendere e di volere al momento del fatto di Padovani, rispondendo così all'istanza della difesa. La Procura non si era opposta e neppure gli avvocati di parte civile pur rilevando che a loro avviso non ci sono dubbi sulla capacità dell'imputato. «Mi sento male, ma almeno oggi è cominciato il processo e lo aspettavo da tanto. Io voglio giustizia», ha detto Stefania Matteuzzi, sorella di Alessandra. Rispondendo alle domande dei giornalisti su cosa ne pensasse della perizia, Stefania Matteuzzi ha detto: «Se hanno ritenuto giusto farla va bene, non ho paura che questo rallenti il processo. Era lucido quando ha ucciso mia sorella ed è lucido ora. Ringrazio tutti quelli che sono stati vicini e sono ancora vicini a mia sorella».

Padovani non era presente in aula, ma ha inviato una nota dal carcere in cui ha spiegato che rinuncia a comparire. C'era invece sua madre, in disparte. La Corte di assise, dopo una camera di consiglio di poco più di mezz'ora, ha ammesso come parte civile nel processo, oltre ai familiari della vittima, il Comune di Bologna e altre quattro associazioni: Casa delle donne, Mondo donna, Udi, e Sos donna. Nell'aula, gremita di persone, tra conoscenti della vittima e attiviste, ma anche studenti e altri cittadini, era presente, in fascia tricolore, la vicesindaca Emily Clancy, così come il sindaco Matteo Lepore, arrivato poco dopo. La Procura era presente con il procuratore aggiunto Lucia Russo e il pm Francesca Rago. All'imputato sono contestate quattro aggravanti: premeditazione, futili motivi, stalking e legame affettivo.

I giudici, hanno poi limitato l'autorizzazione per le riprese televisive alla discussione finale delle parti e ai primi cinque minuti delle udienze, «a scopo di documentazione».

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