Era tra gli studenti più bravi della scuola, voti alti, mai una nota, mai un richiamo. Gianluca Monni, 19 anni, aveva l'unica «colpa» di aver difeso la fidanzata da un gruppo di bulli. Un errore che a Orune, nel Nuorese, si può pagare anche con la vita.
Il giovane di 19 anni è stato ucciso ieri mattina alle 7.30 in centro, con tre colpi di fucile calibro 12, mentre aspettava alla fermata il pullman che lo avrebbe portato a scuola. L'omicidio è avvenuto in Corso della Repubblica, davanti agli occhi di sette coetanei, alcuni dei quali iscritti come lui all'Istituto professionale Alessandro Volta, di Nuoro. Ma tra i testimoni nessuno parla. Un silenzio quantomai inquietante. Si sa però che la vittima era seduta su un gradino poco distante dalla pensilina dell'Arst quando il killer, con il viso coperto, ha esploso tre fucilate, che hanno raggiunto al volto e a un fianco. Poi è fuggito su un'auto guidata da un complice, anche lui dal volto travisato. Sul posto sono intervenuti i volontari del 118 ma per Gianluca non c'era più nulla da fare. La giovane fidanzata, che frequenta l'Agrario a Nuoro, lo ha atteso invano alla fermata successiva, dove Gialuca doveva raggiungerla.
Le indagini condotte dal capitano Fabio Saddi della compagnia di Bitti e dal reparto operativo del Comando provinciale di Nuoro si preannunciano difficili, perché la vittima era un ragazzo modello. Quest'anno avrebbe sostenuto la maturità. «Gianluca era uno dei più bravi della scuola per profitto e disciplina - dice un professore - pacifico, attivo e cordiale con tutti. Sempre impegnato, per due anni è stato anche rappresentante d'istituto». Al suono della campanella oggi i compagni osserveranno un minuto di silenzio. Molti ieri non hanno trovato il coraggio di entrare in classe. «È scandalosa la superficialità con cui viene trattata la vita umana, cosa può aver mai fatto o detto un ragazzo come lui per meritare una punizione così?», si dispera la preside Innocenza Giannasi. «Ero in pullman scherzavo - piange un coetaneo - qualche minuto dopo abbiamo visto un lenzuolo steso su una persona a terra. Era Gianluca, il mio amico, sempre assieme fin da piccoli. Ora non potremmo festeggiare i 20 anni insieme. Ho visto la fidanzata alla fermata dove è stato ucciso, anche lei mia amica, non sono riuscito ad avvicinarmi, era disperata».
Il sindaco Michele Deserra spiega che Orune è un paese difficile, caratterizzato da una faida centeneria con molti morti ammazzati, tra cui anche alcuni Monni. Ma esclude il coinvolgimento della famiglia della vittima, «brave persone». La mamma impiegata Asl, il papà rappresentante di concimi e il fratello maggiore di Gianluca non avevano a che fare con la criminalità che da anni insanguina il paese della Barbagia.
«L'unica cosa forte che poteva essere capitata - dicono gli amici della vittima - e di cui sappiamo è stato un brutto litigio con alcuni bulli del paese, in cui lui aveva difeso la sua fidanzata». È tra le piste battute dai carabinieri, che indagano su questa morte assurda, anche se sembra sembra farsi strada il movente di un delitto scatenato da vecchi rancori con qualche giovane del paese.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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