Ucciso a colpi di cric per il posteggio

La figlia: "Erano in tre. Papà è intervenuto solo per difendermi"

Ucciso a colpi di cric per il posteggio

«Mio padre si è fatto ammazzare per me, per difendermi. Lo hanno colpito prima con un cric e poi accoltellato». Anna Maria Cerrato, 20 anni, figlia di Maurizio, il 61enne morto dopo una lite in un parcheggio a Torre Annunziata (Napoli), non riesce a darsi da pace.

La giovane lunedì sera ha visto uccidere il padre proprio davanti ai suoi occhi in via IV Novembre. Erano le 22.30 aveva parcheggiato la sua auto in quell'area periferica della cittadina, spostando una sedia, che in realtà era stata messa lì da qualcuno per occupare quel posto. «Per farmi uno sgarbo hanno bucato la ruota della mia auto - spiega -. Io ho preso la sedia e l'ho messa per dispetto sul cofano della loro auto». Sembrava finita lì e invece no. «In due hanno picchiato me e mio padre, che era accorso per le mie urla e per cambiare la ruota - continua la figlia -. Lo hanno accoltellato. È stato un agguato, non la conseguenza di una lite, ma una spedizione punitiva».

L'uomo, custode in servizio nel parco archeologico di Pompei, è stato trasportato d'urgenza all'ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia, ma non ce l'ha fatta ed è morto poco dopo per le ferite che gli erano state inferte con un compressore portatile e poi con un coltello, che lo ha raggiunto al torace e non è stato ancora trovato. Il compressore insanguinato, invece, era lì sul posto.

Secondo quanto ricostruito dalla testimonianza di Anna Maria, contro il padre si sarebbero accanite almeno tre persone. Le immagini estrapolate dai sistemi di videosorveglianza avrebbero fornito gli inquirenti elementi utili per l'identificazione dell'auto in fuga, non solo nel luogo dell'aggressione, ma anche nelle strade poi utilizzate per dileguarsi. I carabinieri che si occupano delle indagini sono già sulla buona pista per arrivare ai responsabili dell'omicidio che potrebbero avere le ore contate.

«L'omicidio del nostro concittadino Maurizio Cerrato e la violenza e l'efferatezza con le quali è stato perpetrato fanno letteralmente accapponare la pelle - sottolinea il sindaco di Torre Annunziata, Vincenzo Ascione -. Questo vile e brutale assassinio è l'ennesima ferita inferta ad una città che cerca faticosamente di risalire la china dopo decenni caratterizzati dalla presenza asfissiante della criminalità organizzata e da sanguinose faide tra clan camorristici rivali».

A nome dell'amministrazione comunale, Ascione ha espresso profondo cordoglio ai familiari di Maurizio. «Condividiamo il devastante dolore che stanno provando in questi momenti e che proveranno per il resto della loro vita - ha concluso il primo cittadino -. Nel giorno dei funerali verrà proclamato il lutto cittadino».

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