Cronache

Ucciso dall'ex della figlia. "L'ho finito a martellate"

Il marocchino 22enne ha colpito Campa che voleva indietro la sua auto per rivenderla

Ucciso dall'ex della figlia. "L'ho finito a martellate"

Anselmo Campa voleva indietro un'auto regalata alla figlia 21enne e al fidanzato di allora per rivenderla.

Potrebbe essere questo il movente dell'omicidio dell'imprenditore bergamasco, trovato riverso in una pozza di sangue nell'appartamento di Grumello del Monte la sera di mercoledì scorso. All'alba di ieri Hamedi El Makkaou, che si fa chiamare Luca, 22 anni, è stato arrestato dai carabinieri di Bergamo e dopo un lungo interrogatorio ha confessato tutto, prima di accompagnare gli investigatori in una zona boschiva di Castelli Calepio, sulle sponde del fiume Oglio, dove poco prima aveva nascosto l'arma del delitto, un martello, e i vestiti utilizzati quella sera, ancora sporchi di sangue.

Nella ditta del Bresciano nella quale il ragazzo lavorava sono stati invece trovati il portafogli e le chiavi di casa di Campa, oltre ai pantaloni utilizzati per la fuga dopo il delitto. Gli inquirenti non hanno ancora chiarito le motivazioni dell'aggressione sfociata, presumibilmente la sera precedente a quella del ritrovamento, nell'omicidio. Ma tra i motivi che avrebbero spinto il 22enne a fracassare la testa del 56enne col martello ci sarebbe anche quella Renault Clio che Anselmo Campa aveva comprato e dato in uso alla figlia maggiore e al giovane quando i due erano fidanzati. Solo pochi mesi fa il ragazzo pubblicava sui social un video a bordo della sua «piccola bestia», della quale però l'imprenditore avrebbe più volte chiesto la restituzione essendo rimasta a lui intestata.

Secondo indiscrezioni investigative, questo e altri screzi potrebbero avere alimentato la tensione ed esacerbato i rapporti tra i due, che già in passato avevano discusso di argomenti economici. L'ex fidanzato della 21enne, nato in Italia da genitori marocchini e residente a Grumello del Monte, si era diplomato in un istituto tecnico bresciano e sempre oltre provincia lavorava. Nonostante le tensioni con Campa, sembra però che dopo la rottura del fidanzamento il ragazzo fosse rimasto in buoni rapporti con la ex, che da tre mesi si trovava tra l'altro in Egitto per lavorare come animatrice. Quando la ragazza è stata informata della morte del padre, incredula è salita sul primo aereo per tornare a Bergamo.

Dopo il ritrovamento del cadavere giovedì gli inquirenti hanno impiegato poco ad arrivare all'ex fidanzato di lei. Dopo l'ipotesi di un furto finito male, in realtà il primo sopralluogo aveva, sin da subito, indirizzato le indagini nel ristretto ambito familiare e di amici, considerato che quasi nulla era stato asportato e che le condizioni della casa facevano pensare a un incontro tra la vittima e qualcuno che conosceva. Proprio venerdì l'imprenditore avrebbe dovuto sottoscrivere la cessione delle sue quote della società Ttg di Cologne, nel Bresciano, per 600mila euro, di cui 100mila già ricevuti in anticipo. E nelle ore successive al delitto l'attenzione si è focalizzata proprio sulla sua attività lavorativa e su tensioni ad essa legate. Poi la svolta grazie ai filmati di decine di telecamere di videosorveglianza e alle testimonianze di parenti e amici dell'imprenditore: erano tanti gli elementi che conducevano al ragazzo. Durante l'interrogatorio, il 22enne si è poi contraddetto più volte ripercorrendo i suoi spostamenti quel giorno. Così, dopo la perquisizione dei carabinieri, è arrivata la confessione.

Mentre ieri il ragazzo è stato condotto nel carcere di Bergamo, i vestiti sporchi di sangue e il martello sono stati sequestrati in attesa dei rilievi della scientifica.

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