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La Ue accusa l'Italia di stressare i clandestini

Nella relazione su Dublino III rilievi pesanti sull'accoglienza: "Migranti indeboliti da traumi"

La Ue accusa l'Italia di stressare i clandestini

Il sistema di accoglienza traumatizzerebbe i migranti. È quanto emerge dalla relazione sull'attuazione del regolamento di Dublino III che sarà votata in settimana in sessione plenaria al Parlamento europeo e di cui la relatrice è l'eurodeputata Fabienne Keller di Renew, il gruppo, per capirsi, in cui sta anche Italia Viva. In sostanza, nella risoluzione, partendo dal presupposto che la Commissione europea ha riconosciuto che «per come è stato concepito o per la scorretta attuazione, il regolamento attribuisce una responsabilità sproporzionata ad alcuni Stati membri e incoraggia flussi migratori incontrollati e irregolari», si sottolineano alcuni punti che dipingerebbero anche l'Italia come Paese che addirittura maltratta i migranti.

Nella relazione si mette infatti in risalto il costo umano che le lacune del Ceas (sistema europeo comune di asilo) comportano per i richiedenti asilo, «la cui salute mentale è già indebolita dai traumi che hanno subito nel rispettivo Paese di origine e potenzialmente nel corso della rotta migratoria». Inoltre, si ritiene che i futuri meccanismi per la gestione del sistema di asilo debbano consentire la partecipazione delle organizzazioni della società civile che forniscono assistenza professionale alle persone che necessitano di protezione internazionale, in particolare di natura giuridica. In particolare nelle situazioni in cui si verifica un elevato numero di arrivi via terra e via mare o per trasferire i richiedenti asilo che attualmente vivono negli hotspot in «condizioni disumane, degradanti, non igieniche e non sicure» e senza un accesso adeguato all'assistenza sanitaria fisica e mentale.

Quindi, in sostanza, gli immigrati già traumatizzati per il viaggio subirebbero ulteriori traumi dalle inefficienze del sistema di asilo, dovrebbero essere loro forniti assistenti legali e avvocati gratis, quando ci sono troppi arrivi, dovrebbero essere trasferiti altrove.

Nella relazione si spiega inoltre che «il sistema di Dublino genera un onere amministrativo, umano e finanziario considerevole, mentre solo l'11% dei trasferimenti viene effettivamente realizzato. Si osservano inoltre significative differenze tra i Paesi: tra il 2016 e il 2019 è stato effettuato il 54,6% dei trasferimenti in Grecia, il 42,2% in Svezia e solamente l'11,2% in Germania, il 6,7% in Francia e l'1,6% in Italia.

Secondo quanto scritto nel documento, «l'iter amministrativo che attende i richiedenti asilo al loro arrivo in Europa è complesso. I molteplici attori coinvolti (personale amministrativo, giuridico, medico, di polizia, ONG), la loro dispersione geografica e la loro mancanza di disponibilità rallentano sensibilmente il trattamento delle domande». «Abbiamo presentato - spiega Annalisa Tardino, europarlamentare Lega e relatrice ombra del provvedimento - emendamenti che pongono l'attenzione sulle frodi alle procedure del sistema di asilo e per esprimere solidarietà ai lampedusani che da anni subiscono gli effetti di un'immigrazione senza limiti.

Resta il rammarico che in sede di Commissione Libe non sia stato inserito alcun riferimento, da noi proposto, ai disagi vissuti dalle popolazioni locali nelle zone di sbarco, evidenti nei casi di Lampedusa e della Sicilia».

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