Guerra in Ucraina

Ue (e Biden): "Noi con Kiev". Mosca testa il super missile

Primo Consiglio europeo in Ucraina: "Appoggio totale". Il presidente Usa rassicura. Lo spettro del razzo nucleare

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Il valore di alcuni gesti non è soltanto simbolico. Vanno oltre il fatto in sé e, soprattutto in alcuni momenti storici, possono fare la differenza segnando una netta linea di confine. Ecco perché ieri il consiglio affari Esteri dell'Unione Europea non si è tenuto a Bruxelles o a Strasburgo o in una qualsiasi città istituzionale ma a Kiev, la capitale di una nazione in guerra, sotto attacco e che a breve potrebbe entrare a far parte proprio dell'Ue. Già questo basterebbe ma il simbolismo va oltre. Una riunione europea a Kiev per ribadire appoggio e vicinanza e sostegno, arriva proprio quando, dagli Stati Uniti alla Slovacchia, si iniziano a sentire scricchiolii nel comune, e finora solidissimo, fronte pro Ucraina.

L'Europa c'è e non indietreggia. «È la prima volta che il Consiglio affari Esteri si tiene fuori da confini dell'Ue, vero, ma in un Paese di futuro ingresso. È un messaggio importante. Sono grato all'Unione europea e personalmente a Josep Borrell per l'incrollabile sostegno», ha detto il ministro degli Esteri ucraino Dimitro Kuleba che ha fatto gli onori di casa. «Questa guerra per noi europei è una minaccia esistenziale che forse non viene vista così da tutti nel mondo. Ed è per questo che dobbiamo continuare a supportare l'Ucraina», ha detto l'alto rappresentante Ue Borrell ribadendo che in ogni caso il fronte americano del «no agli aiuti» è sotto attenzione. «Stiamo discutendo con i nostri alleati e amici americani affinché garantiscano che questa decisione venga riconsiderata», ricevendo in risposta da Biden rassicurazioni e la promessa che sentirà gli alleati europei per confermare gli aiuti americani. Anche se dal Wall street Journal arriva l'indiscrezione che Washington stia esaurendo le riserve economiche per sostenere Kiev. Un appoggio totale e solido, ribadito anche dal nostro ministro degli Esteri Antonio Tajani che ha ricevuto i ringraziamenti e un'onorificenza da Zelensky per la vicinanza all'Ucraina. «Non si devono creare spaccature nel fronte europeo, perché la forza della Ue è nella sua unità. L'Ucraina sta combattendo per tutti noi e dobbiamo sostenerla», ha detto Tajani, aggiungendo che il nostro Paese sarà in prima fila per la ricostruzione ma anche che «manterremo la promessa fatta al G7 dello scorso luglio, di aiutare l'Ucraina a costruire un esercito in grado di difendersi da solo».

La risposta di Mosca al momento politico internazionale è duplice. Sul fronte diplomatico, il viceministro degli Esteri Sergey Ryabkov non crede a un dietrofront americano. «Continueranno a sostenere l'Ucraina. Non dobbiamo pensare che qualcosa stia per cambiare. È solo un gioco di prestigio, sono sciocchezze. L'obiettivo di Washington di sostenere i suoi tirapiedi a Kiev non cambia». Sul fronte del conflitto invece continua dritto per la propria strada. Secondo il New York Times, sulla base immagini satellitari e dati aeronautici, Mosca sarebbe pronta a testare «un missile da crociera sperimentale a propulsione nucleare» o addirittura potrebbe averne già testato uno «con una portata teorica di migliaia di miglia». Nel frattempo Kiev ha rivendicato un attacco con i droni, l'ennesimo, contro un impianto russo a Smolensk, dove si producono missili Kh 59, fra i più usati per colpire obiettivi civili e militari in Ucraina e già lanciati contro Chernihiv, Sumy, Kharkiv, Dnipropetrovsk, Zaporizhzhia e Kherson.

Intanto si torna a parlare di Elon Musk, come spesso accade per le posizioni estreme del miliardario. Sul suo social X, insieme a post No Vax e contro i media di dubbio gusto, ha pubblicato anche un meme in cui deride Zelensky. Il leader ucraino viene ritratto teso e con le vene del collo gonfie e si legge: «Quando sono cinque minuti che non chiedi miliardi di dollari di aiuto». L'imprenditore, tra l'altro proprietario di Starlink, che fornisce servizi di comunicazione satellitare fondamentali per la difesa dell'Ucraina, oltre a centinaia di commenti di insulti e dileggio (insieme ad alcuni di sostegno) è finito nel mirino di Kiev con un meme di risposta in cui viene utilizzato il volto di Musk al posto di quello di Zelensky con un eloquente «Quando sono passati cinque minuti e non hai diffuso la propaganda russa».

È guerra anche sui social.

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