"La Ue è ferma sulle materie prime. E adesso la Cina potrà strangolarci"

Il presidente Nicola Procaccini: "Nuove tasse? Non serve un super Stato"

"La Ue è ferma sulle materie prime. E adesso la Cina potrà strangolarci"
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"Profonda preoccupazione" da parte dell'Ecr per le previsioni di bilancio presentate dall'Unione europea. I Conservatori hanno chiesto una "revisione sostanziale" alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, con una lettera firmata dai due co-presidenti del gruppo Nicola Procaccini e Patyk Jaki.

Procaccini, perché questa iniziativa?

"Il fatto che il fondo per l'agricoltura venga fuso con quello per la coesione significa complicare la definizione del quantum. E capire quanti soldi spettano all'agricoltura, soprattutto per noi italiani, è un dato fondamentale. In questa battaglia siamo supportati anche dal ministro dell'Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida e dalle associazioni di categoria".

Basta? Questo è il motivo?

"No, guardi, sono anni che sottolineiamo la necessità di porre al primo posto le materie prime. E da altrettanto tempo chiediamo un fondo dedicato alla ricerca e all'estrazione delle materie prime critiche europee. Ma in questa previsione non c'è nulla di simile".

Neppure questa volta siete stati ascoltati.

"Questo è un tema che andava trattato come presupposto del Green Deal, non dopo. E invece la questione delle materie prime critiche non è stato proprio affrontato. La Cina ha il 60-70% di materie prime critiche e possiede il 90% della lavorazione. È in grado di strangolare sia noi sia gli Stati Uniti. Questo è uno dei pochi ambiti in cui sarebbe stato necessario avere più Europa, uno dei pochi settori in cui è necessario muoversi come un continente intero. Con la chiusura all'esportazione da parte cinese, siamo stretti in una morsa. E l'Ue non se interessa. L'automotive, per intenderci, è fermo proprio perché mancano le materie prime. Bisognerebbe prendere atto dell'essenzialità di questo tema".

E poi c'è la questione delle nuove tasse.

"Certo. Noi siamo per fare meno ma fare meglio. Invece l'Ue prevede persino nuove tasse per alimentare un mostro burocratico, che è quello che l'Ue è diventata. Hanno in testa è un super Stato Ue, un leviatano, quando servirebbe una struttura snella con poche priorità".

Viktor Orbán ha visto la Meloni di recente. L'Ue contava molto sulla capacità del presidente del Consiglio di convincere il premier ungherese sulle sanzioni alla Russia.

"Mi sembra che l'Ue faccia i danni e poi chieda alla Meloni di rimettere insieme i cocci. Il premier ungherese è stato spinto verso posizioni filorusse proprio dall'Ue. Non dimentichiamo come l'Ungheria non possa accedere al Next Generation Ue per presunte violazioni dello stato di diritto. L'unica vicenda accaduta in Ungheria che ha violato lo stato di diritto, invece, è quella di Ilaria Salis, che evitando il processo ha impedito alla giustizia di fare il suo corso, sovrapponendo la politica all'esercizio della giustizia. Evidenzierei poi come su 17 votazioni sulle sanzioni alla Russia di Putin, Orbán non abbia mai utilizzato il potere di veto. La narrazione sull'Ungheria è falsata".

Il commissario Raffaele Fitto si sta impegnando molto per le imprese e i territori.

"Esatto, si sta battendo come un leone, che non a caso è il simbolo dell'Ecr.

D'altra parte, è soltanto uno dei 27 commissari che compongono la Commissione Ue. Purtroppo non può decidere da solo. Comunque sono ottimista. E proveremo a migliorare le cose anche attraverso i passaggi parlamentari. Magari con una maggioranza di centrodestra che è sempre più frequente".

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