L'Europa emerge dalla crisi Covid con le ossa rotte e cerca di mettere a punto una macchina operativa in grado di cavalcare le possibili future emergenze. E sul tavolo mette 6 miliardi di euro.
La risposta alle potenziali crisi sanitarie è una nuova Authority, Hera, che funzionerà in modo analogo all'americana Barda con il compito di anticipare le minacce e le potenziali crisi sanitarie.
Il tentativo è di evitare esattamente quello che è accaduto soprattutto nella prima fase dell'epidemia ma che tutt'ora prosegue: ogni paese ha preso decisioni diverse che non hanno permesso di mettere subito in campo misure comuni efficaci permettendo così al coronavirus di dilagare indisturbato. Non solo. Molti hanno operato scelte «egoistiche» cercando di accaparrarsi dispositivi di protezione personale e presidi medici senza capire che la salute pubblica si tutela soltanto se si marcia tutti nella stessa direzione soprattutto in un modo globale.
Hera invece in caso di emergenza funzionerà come centro unico di acquisto, assicurando lo sviluppo, la produzione e la distribuzione di medicinali, vaccini, e materiale sanitario, come ad esempio guanti e mascherine.
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha spiegato che questa nuova Autorità rappresenta un pilastro chiave per fondare una sanità europea che colmi le lacune esistenti. La von del Leyen ha annunciato l'iniezione di 6 miliardi per sostenere le attività di Hera per il 2022-2027, parte del quale integrato da NextGenerationEU. L'autorità sarà costituita come struttura interna della Commissione e pur iniziando già a funzionare, sarà pienamente operativa all'inizio del 2022. Il suo funzionamento sarà riesaminato e adattato su base annuale fino al 2025, quando sarà effettuato un riesame completo.
E dopo i picchi di eccesso di mortalità (che l'avvio di Hera punta ad evitare in futuro) registrati durante i momenti peggiori della pandemia in, quasi, tutta Europa finalmente si registra una frenata. Nel luglio del 2021, il trend in crescita nell'eccesso di mortalità nella Ue è sceso al più 4,4%, il tasso più basso dal luglio 2020 ma ci sono differenze pesanti tra i vari paesi UE: da circa il meno 3% in Belgio e Svezia a più 25% in Grecia e più 26% a Cipro nel luglio 2021. Il picco di eccesso è stato registrato nel marzo 2020: più 49,6% sceso al più 19,8% di aprile 2021 e poi al più 2,9% di luglio.
Nella prima fase della pandemia i tassi di mortalità in eccesso più alti sono stati registrati nelle regioni italiane e spagnole. Ad aprile 2020, tre paesi avevano un eccesso di mortalità superiore al 50 per cento: Spagna (80,5 %), Belgio (73,1 %) e Paesi Bassi (53,8 %).
Ma anche altri quattro paesi hanno superato un aumento del 35 % della mortalità nello stesso periodo. Tra questi anche l'Italia 41,7 % dopo aver già raggiunto un picco del 49,6 nel mese precedente. Eccesso del 38,2 in Svezia; 37,1 in Irlanda; 36,4 in Francia.
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