Il M5s non ha più un capo: altra grana per Conte

La Corte d'appello di Cagliari respinge il ricorso di Vito Crimi. Si allungano i tempi per nominare l'ex premier nuovo leader dei 5 Stelle: "Siamo allo sbando, bisogna azzerare tutto"

Il M5s non ha più un capo: altra grana per Conte

Ennesima grana per Giuseppe Conte, che deve fare i conti con un altro ostacolo nel percorso di rifondazione del M5S. Non bastava Rousseau a mettersi di traverso: ora anche la decisione della Corte d'appello di Cagliari farà inevitabilmente allungare i tempi per proclamare l'ex premier nuovo leader del Movimento 5 Stelle. I giudici, nell'ambito del procedimento sull'espulsione della consigliera regionale grillina Carla Cuccu, hanno respinto il ricorso presentato da Vito Crimi contro la nomina di un curatore speciale. Gli avvocati della Cuccu chiedono ora che i pentastellati procedano alla nomina del nuovo legale rappresentante.

Quindi il Movimento ha un rappresentante legale? "Sì, ce l'ha. E sono io. Indegnamente, ma sono io". A rispondere è Silvio Demurtas, il legale scelto dal tribunale di Cagliari come curatore speciale. In teoria, sostiene, la procura potrebbe chiedergli di fare le convocazioni o di sollecitare Beppe Grillo a organizzare la consultazione. Dunque, se il pm glielo dovesse chiedere, potrebbe convocare l'assemblea degli iscritti per votare l'organo collegiale: "Astrattamente sì, potrebbe chiederlo a Grillo ma anche a me. Questo sempre in teoria, vedremo come si svilupperà la questione".

Il "caso Cuccu"

A inizio anno gli iscritti alla piattaforma Rousseau hanno votato per la modifica dello statuto del Movimento, dando il via libera alla nascita di un Comitato direttivo di cinque membri al posto del capo politico con tutte le funzioni di rappresentanza legale. Ma quel Comitato non è stato ancora eletto e la reggenza è rimasta in mano a Crimi. Il "caso Cuccu" è esploso quando la consigliera regionale della Sardegna è stata espulsa attraverso un provvedimento firmato dallo stesso capo politico. A quel punto i suoi avvocati avevano deciso di rivolgersi alla magistratura: "Ora confidiamo che il M5S proceda alla nomina del nuovo legale rappresentante e che questi prenda atto dell'illegittimità dell'espulsione di Carla Cuccu, come già riconosciuto in via cautelare dal Tribunale di Cagliari".

Ennesima grana per Conte

Questa non è certamente una buona notizia per Giuseppe Conte, che dovrà aspettare ulteriormente per essere incoronato come nuova guida del Movimento 5 Stelle. Soprattutto se la votazione per eleggere il Comitato direttivo a cinque dovesse essere indetta sulla piattaforma Rousseau. Stando a quanto appreso dall'Adnkronos, gli avvocati della Cuccu potrebbero chiedere alla procura di sollecitare il M5S a eleggere i membri. Ma sappiamo bene che ormai è stato annunciato il divorzio tra Rousseau e il Movimento. Non sarà certamente facile per l'ex presidente del Consiglio sbrogliare questo nodo.

In tal modo, fa notare La Repubblica, Davide Casaleggio acquisisce maggior peso contrattuale. Al momento i dati degli iscritti sono in mano alla piattaforma e il figlio del co-fondatore del Movimento, prima di consegnarli, vuole che ci sia un organo giuridicamente legittimato. Adesso l'Associazione, nel braccio di ferro con il M5S, ha un maggior peso negozionale. Lo stesso Conte diversi giorni fa aveva dichiarato che mancava un passaggio fondamentale prima di presentare il nuovo Statuto e la Carta dei principi e dei valori: "Il trasferimento dei dati degli iscritti da Rousseau al Movimento 5 Stelle, che è l'unico ed esclusivo titolare del trattamento di questi dati".

Le reazioni

Non sono tardate ad arrivare le reazioni politiche in seguito alla decisione della Corte d'appello di Cagliari. La deputata Emanuela Corda, espulsa dal M5S per non aver votato la fiducia al governo Draghi, sul proprio profilo Facebook ha pubblicato un duro post di sfogo: "Ma guarda?! La verità viene sempre a galla! Il reggente non era più capo politico al momento delle espulsioni. Cosa che abbiamo contestato tutti nei ricorsi presentati. Dunque, a che titolo avrebbe sbattuto fuori i suoi colleghi dal gruppo?". Senza mezzi termini anche il deputato pentastellato Francesco Berti: "Dispiace vedere il Movimento 5 Stelle allo sbando, vittima dei veti incrociati, con un rappresentante legale scelto dal tribunale. Conte prenda in mano formalmente il Movimento, azzeri i vari comitati di garanzia che non hanno garantito nulla e ripartiamo!".

La rabbia degli ex M5S

Intanto monta la rabbia degli espulsi grillini. Alcuni parlamentari cacciati per non aver votato la fiducia al governo Draghi starebbero valutando la possibilità di chiedere i danni a Vito Crimi.

Un ex infatti, riporta l'Adnkronos, ha fatto sapere: "Ci riserviamo di procedere civilmente. Crimi non è il rappresentante legale del Movimento, stando a quello che si legge, e non aveva il diritto di cacciarci dal Movimento".

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