Un'estate tutta da bere: dieci etichette per chi parte e chi resta

Conferme, sfide, sorprese. Nove italiani (e uno Champagne) a prova di infradito

Un'estate tutta da bere: dieci etichette per chi parte e chi resta

Un'estate da 10 e lode. Dieci come i vini che vi consigliamo per i vostri aperitivi, per le vostre cene in riva al mare, o per consolarvi se siete costretti a restare in città. E la lode? È l'apostrofo rosa tra le parole «ho» e «sete». Partiamo.

La bollicina italiana

Il Mosnel è una delle più belle realtà della Franciacorta, questo blanc de blancs millesimato da sole uve Chardonnay dedicato alla fondatrice Emanuela Barzanò Barboglio (EBB) regala emozioni profonde: naso di mandarino e zenzero, bocca caravaggesca. Magnifiico.

La bollicina straniera

Per chi non sa fare a meno dello Champagne segnaliamo la Réserve Exclusive Rosé di Nicolas Feuillatte, un assemblaggio di Pinot Noir (45 per cento), Meunier (45) e Chardonnay (10), con il 16 per cento delle uve vinificate in rosso. Un vino elegante, dai sentori di fruttti di bosco e fragoline, perfetto per un consumo estivo e per l'abbinamento a molte delle pietanze stagionali.

Il bianco del Nord

Da una delle migliori realtà altoatesine, Hofstätter, un Sauvignon di grandissima classe, l'Oberkerschbaum dall'omonima tenuta a Pochi di Salorno. Grazie all'alta quota (attorno agli 800 metri) e al microclima è un vino dagli aromi tropicali, agrumati, di pietra focaia, e dalla bocca rotonda e avvolgente.

Il bianco del Centro

Uno dei più interessanti bianchi umbri dalla Cantina Todini, condotta da Luisa Todini e molto legata alla tradizione e all'ospitalità. Un vino storico dell'azienda, un blend del vitigno autoctono Grechetto, che dona struttura e tessuto, Viognier, che garantisce eleganza, e Chardonnay che offre la sua rotondità.

Il bianco del Sud

Andiamo in Calabria per assaggiare il Critone, dal nome dell'allievo prediletto di Socrate: uvaggio di due vitigni internazionali (90 per cento di Chardonnay e 10 di Sauvignon Blanc) perfettamente acclimatati. Un vino fresco, sapido, persistente e (ciò che non guasta) dal commovente rapporto qualità-prezzo.

Il bianco delle isole

Resistiamo alla voglia di segnalare un vino dell'Etna e ci spostiamo in Sardegna, nei pressi del capoluogo: ecco un Nasco di Cagliari, l'Isalis di Argiolas, con una piccola parte del mosto affinato in piccole botti di rovere. Profumato, armonico, di buona sapidità e consistenza.

Il rosato

Tipologia vincente in questa estate del 2019, abbiamo l'imbarazzo della scelta. Suggeriamo quello di un'azienda siciliana che ci sta molto a cuore, Planeta, che arriva dalle tenute di Noto, nel Sud-Est dell'isola. Un 50 per cento di Nero d'Avola e un 50 di Syrah con una brevissima macerazione con le bucce. Colore molto chiaro, profumi floreali ma anche vibranti, bocca sapida e soddisfacente.

L'orange

«Còntame» in veneto vuol dire «raccontami» e di cose da dire ne ha questo vino prodotto dall'ex calciatore e allenatore Nevio Scala sui Colli Euganei da uve Garganega (quella del Prosecco) macerate sulle bucce a donare colore e struttura.

Il rosso da rinfrescare

Ormai è lecito quando il vino è poco tannico ed elegante. Come nel caso del Pinot Nero, il vino che racchiude il nostro Zeigeist. Scegliamo uno altoatesino, il Riserva Trattmann Mazon di Kellerei Girlan (Cantina di Cornaiano), dal naso di ribes, mirtilli e lampone e dalle bocca lunga e nervosa.

Il rosso «invernale»

Per bevute impegnative, per quando l'aria

condizionata funziona «a palla» ma all'occorrenza anche con un breve passaggio in frigo uno dei nostri vini più amati, il Villa Gresti di Tenuta San Leonardo, Merlot con un piccolo saldo di Carmenère, austero e verticale. Magnifico.

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