Un'Europa più forte che mai detta legge a un Paese isolato

Un'Europa più forte che mai detta legge a un Paese isolato

La lettera con cui la Commissione europea annuncia al governo italiano l'avvio di una procedura di infrazione per debito eccessivo, arriva alla data preannunciata dalla Commissione medesima in un Rapporto sull'Italia notificato lo scorso 9 maggio. Infatti la lettera inizia con una citazione testuale e sottolinea che tale Rapporto faceva riferimento alla correzione a noi richiesta nel maggio 2019, per eliminare la deviazione dalle regole del bilancio e del debito pubblico effettuata nel 2018. L'Italia nel 2019 doveva correggere tale deviazione, non farne una nuova. Poiché essa ha fatto il contrario di quanto richiesto, ora si dà inizio, alla data prestabilita, alla procedura di infrazione sul debito, la più preoccupante.

È evidente che il testo di questa lettera fosse già pronto e che la data di invio, se noi non avessimo mandato alla Commissione le spiegazioni richieste, sarebbe stata immediatamente successiva alle elezioni europee. La Commissione non intendeva turbarle con un suo intervento alla vigilia elettorale. È pertanto una missiva che perviene a un governo che non poteva non saperlo, il quale aveva fatto, al riguardo, una alzata di spalle, sulla base d'un calcolo politico sbagliato. Ossia quello di ritenere che la Commissione di Bruxelles ora in scadenza fosse «un'anatra zoppa» che faceva riferimento a regole sul deficit e sul debito che sarebbero state superate dalle elezioni europee. L'affermazione dei sovranisti, era il convincimento, le avrebbe mandate in soffitta. Invece non solo ciò non è accaduto, ma l'ago politico della bilancia in Europa si è spostato nella direzione opposta. Infatti nell'area di centro sinistra, a livello europeo, sono calati i socialdemocratici (e da noi il Pd). Ed in Germania e nel Nord Europa, si sono clamorosamente affermati i verdi che, colà, in economia hanno un programma di centro. Nell'area del centro destra, in Europa, sono calati i popolari, ma sono cresciuti i liberali che, raddoppiando i voti, sono ritornati importanti, come forza di governo. I liberali, notoriamente, seguono le regole di bilancio e sul debito vigenti, che sia pure in maniera imperfetta, si conformano ai loro principi. Ossia, il governo deve contenere le spese correnti e il deficit corrente e deve contenere i debiti, che vanno fatti essenzialmente per investimenti, in particolare di natura strutturale, perché rivolti ad accrescere la produttività. Il mercato va riformato con misure liberali, non dirigiste, come quelle del decreto Dignità, le procedure giudiziarie vanno snellite e così pure quelle per le opere pubbliche (le correzioni al decreto Sblocca cantieri paiono insufficienti). Le imposte vanno ridotte senza aumenti del deficit e configurate in modo da favorire il mercato.

Dunque, la lettera della Commissione europea, non ci è inviata da un'istituzione di anatre zoppe, ma da una con autorevolezza rafforzata, con la quale occorre dialogare e alla quale rispondere con misure concrete credibili onde trovare un accordo tranquillizzante per tutti. Ciò comporta soluzioni economico- politiche come quelle del programma di centro destra, in cui Salvini ha militato, prima della avventura in cui si è invischiato e, soprattutto, ha invischiato noi italiani. Secondo la lettera europea, il bilancio complessivo e quello primario , ossia, quello al netto del debito e il suo contesto nel 2019 sono in corso di deterioramento a causa del rallentamento economico e delle misure del bilancio 2019. Peggioreranno ulteriormente nel 2020 senza un cambio di rotta. Il deficit peggiora ma non esce dal tetto del 3% nel 2019 sebbene vi sia il fondato rischio che lo superi nel 2020 se non si cambia politica economico-fiscale. Nel 2019 il debito/Pil aumenta sia a causa dal rallentamento economico che riduce il Pil sia per le misure di bilancio adottate dal governo nel 2019.

Nel 2020, se l'Italia non attuerà l'aumento Iva delle clausole di salvaguardia, aumenterà ancora in misura eccessiva, invece che diminuire come richiesto dalle regole correnti. Comunque, questa politica errata dipende da un eccesso di spese correnti controproducenti e dalla carenza di investimenti. Ecco perché la procedura di infrazione per debito eccessivo è iniziata.

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