Unioni civili, Delrio rassicura Cl Ma il governo vuol tirare dritto

Il ministro al meeting: «Non intaccheremo il valore del matrimonio». L'altolà di Lupi: si cambi o trarremo le dovute conseguenze

Il cardinale Angelo Bagnasco cerca di smorzare gli effetti politici del suo intervento sulle unioni civili. Ma ribadisce in pieno la sua posizione: non sono equiparabili alla famiglia. Un fronte sempre più incerto per il governo, con il capogruppo di Area popolare alla Camera Maurizio Lupi che dal Meeting di Rimini manda un messaggio alla maggioranza: il testo Cirinnà sulle unioni civili, la base per la discussione della legge che arriverà entro l'anno, deve cambiare, altrimenti il partito «trarrà le sue conseguenze». Per Lupi «il tempo a disposizione deve essere utilizzato il più possibile per fare una buona legge». E per farlo «bisogna confrontarci su alcuni punti che sin dall'inizio della formazione di questo governo noi avevamo posto al premier». Quindi tracciare una «distinzione netta» tra unioni civili e matrimonio. E su questo il governo è d'accordo. Lo ha ribadito ieri anche il ministro alle Infrastrutture Graziano Delrio, cattolico di sinistra e, almeno su questi temi, vicino a Matteo Renzi.

Poi però Lupi ha spiegato che il testo Cirinnà non distingue bene i due istituti e per questo va cambiato, a partire dal primo articolo. Da eliminare tutti i «rinvii» che il disegno di legge fa, mettendo di fatto sullo stesso piano le unioni e il matrimonio. «Non ci deve essere equiparazione. Poi il tema delle adozioni che per noi è insuperabile, nel senso che siamo contrari». Quindi l'avvertimento politico. La legge è di iniziativa parlamentare. «Se ci sarà una maggioranza che vorrà andare in un'altra direzione» rispetto a quella indicata da Ap, «vadano pure in un'altra direzione; noi ne tireremo le conseguenze. Il problema iniziale è quello di lavorare seriamente, perché una legge va fatta – ribadisce – ma va fatta una buona legge».

Il ddl di Monica Cirinnà, approderà alla commissione Giustizia di Palazzo Madama. Al Senato i numeri del governo sono risicati, ma l'esponente Pd ostenta sicurezza. I pontieri, assicura, hanno lavorato tutta l'estate e alcune esigenze del Ncd verranno accolte, ma «senza snaturare» la sua proposta. E, in ogni caso, la maggioranza c'è anche senza di loro.

Difficile da capire quali sarebbero gli effetti politici di un'approvazione con una maggioranza atipica. La consegna del governo è rassicurare i cattolici, ma andare avanti. Ieri al Meeting di Cl, il ministro Delrio ha confermato che il governo «procederà, ma facendo le mediazioni necessarie in Parlamento» perché la legge «non intacchi il valore del matrimonio». Sullo stesso piano anche il ministro all'Ambiente Gian Luca Galletti. In soccorso, in modo indiretto, del governo ieri è arrivato lo stesso Bagnasco. «La polemica non aiuta ad affrontare nessun problema perché deforma la verità». Nessuno «può fare delle ingerenze, tutti devono portare il proprio contributo rispettando le responsabilità di ciascuno». In ogni caso unioni civili e matrimonio sono «realtà diverse» e questa diversità va riconosciuta.

Impostazione che rimbalza anche al Meeting (ma senza un vero nesso). L'erede di don Giussani, presidente della Fraternità di Cl, Juliàn Carròn, ha incentrato il suo attesissimo intervento al superamento delle divisioni: «Le contrapposizioni ideologiche non sono in grado di risvegliare né l'io né il desiderio di portarlo a compimento, ma generano solo altre contrapposizioni e violenza».

La giornata è stata praticamente monopolizzata da governo e renziani fuori dal Palazzo. Alla kermesse riminese si sono alternati, oltre a Delrio e Galletti, Francesco Rutelli, considerato un po' il predecessore del Rottamatore. Poi il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. In serata anche Marco Carrai, presente come manager, ma che è anche un consulente ascoltatissimo dal premier. Tra gli imprenditori presenti, Brunello Cucinelli, re del cachemire made in Italy, che ha difeso le riforme del governo al quale va il merito di avere «capito il valore della rapidità».

Poi Nerio Alessandri, patron di Technogym, altro imprenditore ascoltatissimo dal premier. Uno sforzo che sicuramente è servito a preparare la strada a Renzi. Ma che servirà a poco se dal premier oggi non arriveranno messaggi precisi sulle unioni civili.

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