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Le unioni civili sono legge

Testo approvato alla Camera: via libera definitivo. La legge divide il Paese. Ma il governo fa finta di nulla

Le unioni civili sono legge

Le unioni civili sono legge. Via libera definitiva dell’Aula della Camera alla legge sulle Unioni civili. Il testo è stato approvato a Montecitorio con 372 voti a favore, 51 contrari e 99 astenuti. La legge però divide. Matteo Renzi ha infatti incassato, prima dell'ok definitivo alla legge, la fiducia con 369 voti, 193 contrari e due astensioni. Lo fa in un momento in cui gli italiani non hanno più fiducia in lui. E il ddl Cirinnà altro non farà che spaccare in due il parlamento e il Paese. Si è fatta sentire anche la Cei, con monsignor Nunzio Galantino che ieri ha parlato di "una sconfitta per tutti". Preoccupazioni che il governo non intende stare ad ascoltare. E il premier si fa schermo con la retorica: "Le leggi sono fatte per le persone, non per le ideologie. Per chi ama, non per chi proclama. Scriviamo un'altra pagina importante dell'Italia che vogliamo".

"Renzi va fermato e a ottobre bisogna dire no al referendum costituzionale". È il duro attacco lanciato dalle colonne di Repubblica da Massimo Gandolfini, portavoce del comitato "Difendiamo i nostri figli" che organizza il Family day. In particolare il neurochirurgo si scaglia contro il ddl Cirinnà sulle unioni civili che definisce "una legge anticostituzionale", con un "iter profondamente offensivo dei regolamenti e della Costituzione". Un percorso in Parlamento che Gandolfini definisce "un vero atto di inciviltà democratica e arroganza politica". E quindi, sostiene, è necessario lanciare un messaggio al presidente del Consiglio in occasione del referendum di ottobre. In parlamento il fronte delle opposizioni si è compattato contro la fiducia. Per il presidente dei deputati azzurri Renato Brunetta la stroncatura di Galantino è "un giudizio morale della Cei bergogliana su Renzi". Il "no" al governo è trasversale. Non si oppongono soltanto i cattolici.

Le preoccupazioni degli italiani, e in particolar modo del mondo cattolico, non vengono prese in considerazione dal governo. "Ho grande rispetto per la Cei - taglia corto il Guardasigilli Andrea Orlando - ma ritengo che questa scelta è necessaria e forse anche un po' tardiva, rispetto non solo a ciò che si è sviluppato nella società e ai diritti che attendono riconoscimento". Una posizione ampiamente condivisa da Renzi che su Facebook brinda alle unioni civili. "È un giorno di festa per tanti, oggi - scrive - per chi si sente finalmente riconosciuto. Per chi vede dopo anni che gli vengono restituiti diritti talmente civili da non aver bisogno di altri aggettivi". E aggiunge: "Per chi stanotte ha fatto fatica a prendere sonno, per chi da giorni ci scrive chiedendo dove festeggiare, per chi semplicemente non sta più nella pelle". Slogan che non lo ripareranno dall'immimente disfatta. Se, infatti, Mister Family Day lo minaccia su quanto Renzi ha di più caro, il referendum sulla riforma costituzionale, molti italiani si ricorderanno di certi strappi già alle imminenti elezioni comunali.

Anche all'interno della maggioranza c'è chi guarda con preoccupazione gli eventuali strascichi sui sondaggi. Ncd, per esempio, fatica a giustificarsi con l'elettorato centrista. "Senza di noi - si vanta il ministro dell'Interno Angelino Alfano - le unioni civili sarebbero state una fotocopia del matrimonio e le adozioni per le coppie gay sarebbero state consentite". La verità, in realtà, è diversa. Perché, come fa notare Matteo Salvini, il ddl Cirinnà rischia di essere "l'anticamera delle adozioni gay". La preoccupazione del leader del Carroccio è ampiamente condivisa da molti italiani. "Il progresso non è avere due madri, due padri, tre cugini... è la fine della società - commenta il leghista - a questo punto, perché limitarti al matrimonio tra due persone, facciamo anche quattro o cinque..."

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