Coronavirus

Un'ondata di panico dopo il decreto, assalto ai supermercati in tutta Italia

Da Roma a Torino, file nelle città per accaparrarsi cibo e disinfettanti. Anche i calciatori del Napoli in coda nella notte

Un'ondata di panico dopo il decreto, assalto ai supermercati in tutta Italia

Stesso panico, stesso copione. Al sud come al nord, senza che nulla sia servito. È la furia del panico che vince sulla razionalità, che ti rende sordo a ogni voce rassicurante. Lunedì l'assalto ai supermercati si è riprodotto in fotocopia in molte città italiane, esattamente come era successo in Lombardia appena qualche settimana fa, proprio mentre Palazzo Chigi assicurava: «Non è necessario ed è contrario ai principi dei decreti». Ma niente da fare. La gente corre e si accalca per accaparrarsi cibo. In coda e nessuna distanza di sicurezza per riempire i carrelli dopo il discorso del presidente del Consiglio Conte che annunciava le misure restrittive in tutta Italia. Il panico alimenta panico, scaffali svuotati, l'immagine desolante di vederli per la prima volta sguarniti, l'angoscia di restare con il frigorifero vuoto, meglio esagerare che restare senza. La grande abbuffata. A Roma Al Todis di via Tuscolana i clienti sono stati costretti a entrare a gruppi, i commessi hanno imposto le misure minime di distanza e l'uso dei guanti ai reparto di frutta e verdura. Al Carrefour a Garbatella stessa scena. A fare scorte di tutto, anche di sapone e disinfettanti, «l'alcol è praticamente esaurito», ha detto un cassiere all'Ansa. Stesse code a Torino in centro come in periferia. La gente si affretta per fare la spesa. L'Italia che soffre solo all'idea della rinuncia, di qualche ingrediente che manca. A Napoli come in Venezuela ai tempi grami di Maduro, la folla che si preoccupa di arrivare in tempo e accaparrarsi generi di prima necessità. «Non c'è bisogno, la spesa non sarà un problema, assicurava intanto il governo». Eppure la corsa aveva già preso velocità. E allora via. Supermarket aperti tutta la notte. Code e decine di sacchetti a testa. La sindrome del «Si salvi chi può» colpisce tutti, e dunque si sono precipitati, per poi trovarsi come gli altri in coda, anche tre calciatori del Napoli. Jose Callejon, Fernando Llorente e il portiere David Ospina a fare incetta con le mogli al seguito a dare manforte. A Palermo l'approvvigionamento è scaduto addirittura in rissa che ha richiesto l'intervento di alcuni agenti della polizia. E pensare che nel decreto non è prevista alcuna chiusura dei negozi di generi alimentari o altri beni di prima necessità. Ma la furia del panico è davvero più forte di tutto.

MAlf

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