Qualche giorno fa, sull'onda dell'entusiasmo dell'America liberal per le manifestazioni studentesche contro le armi, il New York Times era stato profetico: da quei ragazzi verrà la nuova leva di politici che potrà meglio governarci, era la tesi di un columnist del giornale più-anti-Trump-che-ci-sia.
L'autorevole collega americano aveva colto nel segno, ma non immaginava quanto presto la sua previsione si sarebbe potuta avverare. È di ieri infatti la notizia che nello Stato del Vermont un ragazzino di 13 anni, militante del movimento anti-armi, ha annunciato la propria candidatura addirittura a governatore approfittando delle bizzarre leggi locali che non impongono un limite minimo d'età.
Ethan Sonneborn, che frequenta la terza media, punta convinto alle primarie democratiche del prossimo agosto: ha già incontrato l'attuale governatore Phil Scott, che lo ha paternamente incoraggiato etichettando la sua candidatura con un americanissimo «very cool» (che in Toscana tradurrebbero più o meno con «ganzissimo»).
Il suo programma non sembra molto articolato. Gira tutto intorno a un solo concetto: far approvare una nuova legge per rendere più difficile l'acquisto di armi. «Non sarebbe dovuta servire una tragedia per aprire un dibattito a livello nazionale - ha detto il giovanissimo Ethan, che si esprime meglio di moltissimi adulti e certamente di molti dei nostri parlamentari esordienti -. Ma ora non possiamo tornare indietro e fare finta che la strage di Parkland non ci sia stata. Questo è il momento giusto per cambiare le cose».
Il fatto che il montagnoso Vermont sia tradizionalmente uno Stato di cacciatori non spaventa il ragazzo. «È una cultura che rispetto - dice con sussiego -, ma se devo prendere una decisione, scelgo una legge che protegga i miei amici da una strage a scuola».
Chissà quanta strada farà la candidatura di Ethan. Per il momento, però, un risultato l'ha ottenuto: nel Vermont verrà presto discussa un'altra legge, quella per introdurre finalmente un limite d'età per potersi candidare a governare lo Stato. E lo stesso si farà nel Kansas, altro Stato Usa dove negli uffici elettorali non guardano le carte d'identità.
E mentre nell'idillico Vermont si dibatte su come sparare di meno, nel Texas, terra di cowboy e pistoleri, si continua ad agire per sparare di più. Protagonisti, a poco più di un mese dalla strage nel liceo di Parkland in Florida, sono sempre degli studenti. A Lubbock, considerata una delle città più pericolose degli Stati Uniti perché teatro delle sinistre gesta delle bande di narcotrafficanti che transitano dal Messico, un'associazione di genitori di studenti liceali ha pensato di mettere in paio alla lotteria scolastica cinque armi da fuoco sportive nuove di zecca, inclusi due fucili AR-15. Si tratta, ha dichiarato il presidente dell'organizzazione, di «articoli molto popolari nella nostra area e nel nostro Stato».
Inevitabili le polemiche, che non sono state silenziate dal fatto che il ricavato della riffa andrà a beneficio della banda musicale della scuola. La rivista Newsweek, che riporta la notizia, sottolinea che alcune di quelle armi sono state in passato già utilizzate in sparatorie vere.
E in perfetta sintonia con lo spirito del dopo-Parkland, uno studente del liceo texano non ha perso tempo a lanciare su Change.org una petizione per bloccare la lotteria. Fosse stato nel Vermont invece che nel Texas, l'avrebbero candidato governatore a furor di popolo.
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