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Usa, 8 morti in un'altra strage. Biden: "Fermiamo l'epidemia"

A Indianapolis un 19enne spara con un fucile in un deposito FedEx e si suicida: è la 45esima in un mese

Usa, 8 morti in un'altra strage. Biden: "Fermiamo l'epidemia"

New York. Si allunga ancora la scia di sangue delle sparatorie di massa negli Stati Uniti. Questa volta teatro della strage è un deposito della FedEx, vicino all'aeroporto internazionale di Indianapolis, in Indiana. Un uomo armato di fucile ha aperto il fuoco uccidendo otto persone e ferendone almeno altre nove (cinque delle quali sono ricoverate in ospedale e una è in condizioni critiche), prima di togliersi la vita. È un ragazzo di 19 anni, Brandon Scott Hole. Al momento le autorità non hanno reso il movente del killer. L'Fbi ha affermato che è «prematuro fare ipotesi», mentre secondo la Cnn le autorità in passato sono state avvertite del potenziale di violenza del sospettato.

«La violenza causata dalle armi da fuoco è un'epidemia negli Usa, ma non dobbiamo accettarla, dobbiamo agire», ha detto il presidente Joe Biden. «Troppi americani stanno morendo ogni giorno, questo macchia il nostro carattere e squarcia la vera anima della nostra nazione. Noi possiamo, e dobbiamo, fare di più per agire e salvare vite», ha continuato, ricordando i suoi appelli al Congresso per una stretta su pistole e fucili. Il Comandante in Capo ha ordinato le bandiere a mezz'asta alla Casa Bianca, negli edifici pubblici, nelle ambasciate e nelle postazioni militari in segno di lutto.

Secondo le prime ricostruzioni, le forze dell'ordine sono state chiamate al deposito FedEx intorno alle 23 di giovedì sera ora locale: il vice capo della polizia di Indianapolis, Craig McCartt, ha spiegato che «l'uomo armato è entrato nel parcheggio, è uscito dal suo veicolo e prima ha aperto il fuoco nel piazzale, poi all'interno della struttura». «Sembra che il tutto sia durato solo uno o due minuti», ha aggiunto McCartt, sottolineando che «non c'è stato alcun confronto» con nessuno dei presenti, e gli agenti arrivati sul luogo del delitto hanno trovato una scena «molto caotica, con vittime e testimoni che correvano ovunque». «Questo è un altro giorno straziante», ha scritto su Twitter il governatore dell'Indiana Eric Holcomb, mentre il sindaco di Indianapolis, Joe Hogsett, ha commentato: «Ciò che ci rimane questa mattina è il dolore, per le famiglie delle persone uccise, per i dipendenti che hanno perso i loro colleghi e per i molti americani che lottano per capire come tragedie come questa continuino a ripetersi ancora e ancora».

La strage segna almeno la quarantacinquesima sparatoria di massa negli Stati Uniti (ossia con almeno quattro o più morti o feriti escluso il killer) da quella nei centri massaggi di Atlanta il 16 marzo. E continua a tenere banco anche il tema dell'abuso della forza della polizia. Chicago rischia di trasformarsi in un'altra Minneapolis dopo che le forze dell'ordine hanno pubblicato il video in cui un agente ha sparato un colpo di pistola al tredicenne ispanico Adam Toledo, uccidendolo. Nel filmato di pochi secondi si vede il poliziotto inseguire il ragazzino in un vicolo, intimargli di fermarsi e di gettare a terra l'arma che avrebbe tenuto in mano. Appena alzate le mani però, il teenager viene raggiunto da un proiettile al petto morendo sul colpo. La polizia dopo l'incidente aveva raccontato che il 29 marzo gli agenti sono stati chiamati intorno alle 2.30 del mattino a un indirizzo di Little Village, quartiere a prevalenza latino-americana nella zona ovest di Chicago, rispondendo a segnalazioni di spari. Quando sono arrivati, Adam e un altro giovane di 21 anni sono scappati. Il più grande è stato arrestato, mentre un agente ha sparato un colpo contro Adam, morto sul colpo.

La sindaca di Chicago, Lori Lightfoot, ha lanciato un appello alla calma, definendo il video «atroce e straziante».

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