Politica

Usa, addio al mito dei veterani. Aveva 112 anni

Richard Overton era sopravvissuto a Pearl Harbor. Visse la fine della segregazione razziale

Jacopo Granzotto

Una dozzina di sigari, massicce dosi di pollo fritto (con burro di pecan) e mezza bottiglia di whisky al giorno. Gli hanno fatto un baffo per 112 anni e 78 giorni. Fino a giovedì quando è morto. Lui, Richard Overton, il più anziano veterano al mondo della Seconda guerra mondiale era uno che aveva combattuto davvero. Aveva vissuto gli assalti frontali, gli sbarchi suicidi in Europa. E certe memorabili infamie. «Era lì a Pearl Harbor, quando le navi da guerra stavano ancora fumando», aveva detto di lui Obama nel 2013 mentre gli incollava al petto un'altra medaglia al Cimitero Nazionale di Arlington. Era pure ad Okinawa e a Iwo Jima dove dichiarò: «Sono uscito da quell'inferno solo grazie a Dio». A chi gli chiedeva il segreto della longevità diceva sempre: «Adoro i miei gatti, mangio quello che voglio, soprattutto pollo e zuppe e non prendo medicine». E avvertiva: «Continua a vivere e non morire». Come in trincea. Giovedì la leggenda del Texas se n'è andata per sempre in un centro di riabilitazione di Austin per colpa di una polmonite fulminante. Amava la vita senza prenderla sul serio. Da qualche anno si era abituato a veder sfilare giornalisti e cameraman fuori dalla casetta che si era fatto costruire ad Austin. Lui stava lì sul balcone con la sua tazza di caffè corretto che guardava orgoglioso la processione.

Con i suoi 112 anni e 78 giorni Overton non solo è stato il più anziano dei soldati veterani americani, ma anche il cittadino statunitense più vecchio - preceduto, nella classifica della longevità, da 7 donne. Nato l'11 maggio 1906 nella contea di Bastrop, era nipote di schiavi e ha vissuto la fine della segregazione razziale. Della Prima guerra mondiale confessa di serbare soltanto vaghi ricordi. La Seconda, invece, ha segnato la sua vita. Nel settembre 1940 fu mandato a San Antonio, poi alle Hawaii nel dicembre 1941 subito dopo l'attacco giapponese di Pearl Harbor. Ha prestato servizio in un'unità dell'aeronautica responsabile della costruzione delle piste di atterraggio nel Pacifico. «Con il suo spirito arguto e gentile ha toccato la vita di tante persone», ha detto il governatore del Texas Greg Abbott. «Il quartiere non sarebbe stato quello che è ora senza di lui - ricorda una vicina di casa -.

Ora come faremo senza il nostro eroe?».

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