Gli Usa assediati dai migranti. I militari schierati al confine

Scadute nella notte le restrizioni volute da Trump. Biden costretto a seguirlo sulla dottrina "chiusurista"

Gli Usa assediati dai migranti. I militari schierati al confine
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New York. Decine di migliaia di uomini, donne e bambini, anche neonati, si stanno ammassando tra caos e paura al confine meridionale degli Usa. Con la scadenza dalla mezzanotte di oggi delle restrizioni imposte dall'ex presidente Donald Trump nel 2020 (e recepite dal successore), inizia la prova più critica sul fronte dell'immigrazione per l'amministrazione di Joe Biden. La fine dell'emergenza sanitaria, infatti, prevede il termine anche del «Titolo 42», la misura per respingere i richiedenti asilo, e il timore è un esponenziale aumento dei clandestini che rischia di aggravare la già complicata crisi umanitaria. La situazione «sarà caotica per un po'», ha ammesso Biden, che martedì ha parlato del problema col suo omologo messicano Andrés Manuel López Obrador.

Nei giorni scorsi il presidente ha inviato 1.500 soldati alla frontiera come supporto per tre mesi ai 2.500 membri della Guardia Nazionale già schierati, e anche il governatore repubblicano del Texas, Gregg Abbott, ha inviato centinaia di soldati della Guardia nazionale per aiutare a respingere i grandi gruppi di persone che tentano di entrare illegalmente nel suo stato. La Us Customs and Border Protection ha già registrato nei giorni scorsi un aumento dei clandestini che attraversano il confine con il Messico, mentre fonti della Cnn hanno riferito che oltre 150 mila migranti sono ammassati nel nord del Messico. E con circa 25.000 clandestini in custodia, le strutture governative sono già al di sopra della loro capacità. Se il numero di persone provenienti da Guatemala, Honduras ed El Salvador è diminuito rispetto ai picchi del 2021, quelle da Venezuela, Cuba, Haiti e Nicaragua sono aumentate in maniera esponenziale. Le prossime quarantott'ore e forse anche le settimane a venire metteranno alla prova la credibilità e l'efficacia dell'amministrazione e anche della vice presidente Kamala Harris, a cui Biden ha affidato il dossier immigrazione, che sinora ha ricevuto soprattutto critiche per la sua gestione.

Peraltro, è probabile che l'impatto della scadenza del «Titolo 42» si faccia sentire ben oltre il confine, in particolare nelle città finite negli ultimi mesi nel mirino dei governatori repubblicani degli stati del sud, dove hanno inviato decine di autobus pieni di migranti. A New York, per esempio, è stato raggiunto il limite dell'ospitalità per i migranti e il sindaco democratico Eric Adams ha sospeso temporaneamente con un ordine esecutivo una vecchia norma che garantisce a chiunque ne abbia bisogno «il diritto ad un tetto» entro la notte stessa e, in caso di una famiglia, il diritto a stanze private con bagno e cucina, evitando assembramenti. «Questa non è una decisione presa alla leggera e faremo ogni sforzo per fornire ai richiedenti asilo un riparo il più rapidamente possibile», ha precisato un portavoce. Adams ha criticato a più riprese Biden per come ha affrontato la situazione, avvisando che ospitare i migranti sta costando alla città miliardi di dollari e che la Grande Mela sarà «distrutta» dalla crisi. Il capo dei servizi per l'immigrazione del sindaco, Manuel Castro, ha spiegato che a Nyc ormai arrivano fino a 1.

000 migranti ogni giorno, e dalla primavera scorsa in totale sono sbarcate nella metropoli 61 mila persone. Con la fine del «Titolo 42», «a meno che qualcosa non cambi», il numero salirà alle stelle: «È difficile sapere quanti di loro saranno portati qui in autobus - ha precisato - ma potrebbero essere più di 12.000».

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