Vaccini e tasse Partiti costretti a rincorrersi

Sulla questione vaccini si è scatenata una guerra che non ha più nulla a che fare con la medicina e con la tutela della salute pubblica

Vaccini e tasse Partiti costretti a rincorrersi

No all'uso politico della salute dei nostri figli. Sulla questione vaccini si è scatenata una guerra che non ha più nulla a che fare con la medicina e con la tutela della salute pubblica ma che ha invece molto a che fare con la caccia al consenso e ai voti degli elettori. Lo scenario è quello di una lotta fra partiti che inseguono a intermittenza un argomento ritenuto popolare e quindi, se cavalcato, in grado di aumentare il gradimento del proprio fronte. Succede per l'immigrazione sulla quale Beppe Grillo segue le orme della Lega e di Matteo Salvini lungo la strada della tolleranza zero come dimostra l'annuncio del giro di vite sugli ingressi dei migranti della sindaca di Roma, Virginia Raggi, che invoca uno stop agli arrivi. Ed è da un pezzo che Matteo Renzi insegue Silvio Berlusconi. A cominciare dall'abolizione della tassa sulla prima casa. O anche su questioni che rappresentano da sempre la carta d'identità di Forza Italia come la riduzione del peso fiscale.

Ecco che ora anche i vaccini sono stati inghiottiti da questa giostra impazzita e vengono usati come un randello per colpire l'avversario. Sul tema si gettano anche i bersaniani di Mdp che ieri per bocca della senatrice, Nerina Dirindin, hanno annunciato che presenteranno un disegno di legge dichiarandosi sostanzialmente contrari all'obbligo. Dunque sui vaccini i bersaniani inseguono i grillini in palese chiave antirenziana e anti Pd visto che Renzi si è speso in prima persona per difendere il decreto voluto dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. E la senatrice Dirindin fa parte della Commissione Sanità di Palazzo Madama dove è approdato il decreto sull'obbligo della profilassi per il quale quindi si profila un cammino difficile che inizia oggi con il voto dell'Aula sui presupposti di costituzionalità chiesto da M5S.

E non basta perché la questione dell'obbligo di prevenzione per la frequenza scolastica è al centro di un altro scontro tra poteri: governo contro regioni.

Per la precisione regioni governate dal centrodestra. A Luca Zaia, governatore del Veneto, si è affiancato anche quello della Lombardia, Roberto Maroni. Entrambi ricorrono alla Consulta contro il decreto per riaffermare l'autonomia delle regioni.

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