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Vaccini in vacanza, la Lombardia frena. "Dovrete tornare per fare il richiamo"

Fontana: "Ridurremo le iniezioni nelle settimane centrali di agosto, ma chi è in ferie dovrà rientrare". Zaia però insiste: "Avanti con gli accordi tra Regioni". Estate a rischio, calano le richieste dei 40enni

Vaccini in vacanza, la Lombardia frena. "Dovrete tornare per fare il richiamo"

«Lombardi per la seconda dose di vaccino tornate a casa». È perentorio l'invito del presidente della regione, Attilio Fontana, ai suoi cittadini. Troppo complicato organizzare un richiamo nei luoghi scelti per la villeggiatura. Certo è sottinteso però che se ci fosse una decisione della struttura commissariale per aprire alle somministrazioni in vacanza allora anche la Lombardia potrebbe aderire.

La campagna vaccinale accelera ma rischia di incagliarsi tra gli scogli delle vacanze estive. Toccherà ancora una volta al commissario per l'emergenza, Francesco Paolo Figliuolo, trovare una soluzione praticabile e omogenea su tutti i territori visto che al momento ogni regione sembra propensa a procedere in autonomia.

Mentre i presidenti di Liguria, Giovanni Toti, e del Piemonte, Alberto Cirio, hanno già firmato un memorandum d'intesa per la vaccinazione nel periodo delle vacanze estive basato sull'interscambio dell'anagrafe vaccinale le altre regioni aspettano un input dal generale.

Fontana è orientato al no: «la mia idea è che i lombardi dovranno tornare a casa». La soluzione semmai, spiega Fontana, è quella di cercare di ridurre al massimo il numero dei richiami «nelle due settimane centrali del mese di agosto, fissando il richiamo prima o dopo, cercando invece di mettere in quelle due settimane chi ha dichiarato che non andava in vacanza in quel periodo».

Il governatore del Veneto, Luca Zaia invece insiste nel chiedere «una decisione nazionale sulle vaccinazioni ai turisti» ritenendo «un'ovvietà vaccinare i nostri turisti». Indispensabile per Zaia «fare accordi bilaterali tra le regioni come hanno fatto Piemonte e Liguria». Insomma conclude Zaia dato che in Veneto «il turismo è la prima fonte economica e il turista è sacro, gli si devono poter dare tutti i servizi possibili e quindi anche il vaccino se lo richiede». E in quest'ottica il Veneto è pronto a vaccinare 80mila operatori del settore.

Sulla prosecuzione della campagna in Lombardia Fontana conta di poter dare «almeno una vaccinazione per tutti i cittadini lombardi, entro la fine del mese di luglio» anche perché conferma di aver avuto rassicurazioni sugli arrivi in giugno «più di 2,8 milioni di dosi». Se verranno rispettate le consegne, per l'assessore al Welfare, Letizia Moratti, si potranno somministrare a partire da metà giugno 100mila dosi al giorno.

Proprio il rischio di dover ricevere il richiamo in piena estate però potrebbe essere la ragione del rallentamento delle prenotazioni da parte dei 40/49enni che ha visto un boom nei primissimi giorni ma che ora è in frenata.

Nella scorsa settimana il report dell'andamento vaccinale registra una media giornaliera superiore al mezzo milione di vaccinazioni. La fascia che sembrava più indietro ovvero quella 70/79 anni sta recuperando: quasi l'80 per cento ha ricevuto almeno la prima dose e quasi il 30 per cento ha avuto il richiamo.

Nella fascia più esposta quella superiore agli 80 anni resiste un 10 per cento di cittadini che non ha ricevuto neppure una dose, si tratta di circa 470mila persone. Tra loro sicuramente c'è chi aspetta il vaccino a domicilio ma anche chi invece non intende riceverlo.

Nel Lazio dove ieri è stata data la possibilità di prenotare il vaccino in farmacia, al momento soltanto J&J, si sono registrate 5mila adesioni e l'obiettivo al momento è quello di somministrare 20mila dosi a settimana a partire dal primo giugno.

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