Coronavirus

Vaccino ai bimbi, minidosi in arrivo. Le prime iniezioni dal 23 dicembre

Locatelli (Cts): "Negli hub percorsi ad hoc". Figliuolo: "4,6 milioni di dosi in 12 giorni"

Vaccino ai bimbi, minidosi in arrivo. Le prime iniezioni dal 23 dicembre

Le vaccinazioni dei bambini fra i 5 e gli 11 anni cominceranno il 23 dicembre. E ovviamente le prenotazioni verranno aperte prima, con date da stabilire a seconda della regione. «Per quel giorno saranno disponibili le formulazioni pediatriche» assicura il coordinatore del Cts e presidente del Consiglio superiore di Sanità, Franco Locatelli. Vale a dire che arriveranno le mini dosi, pari a un terzo di quelle degli adulti, per le iniezioni.

Domani si riunirà la commissione tecnico scientifica dell'Aifa per avviare l'iter di approvazione del baby vaccino dopo il via libera di Ema e i prossimi venti giorni serviranno a organizzare la nuova campagna rivolta a 3,6 milioni di bambini. L'idea è quella di utilizzare gli hub e «di creare al loro interno delle aree pediatriche». In questa fase sarà cruciale il ruolo dei pediatri, per rispondere a tutte le domande delle mamme e sciogliere i dubbi sui vaccini. Anche perchè la sfida è duplice: parallelamente ai vaccini anti Covid, quest'anno i pediatri consigliano vivamente anche il vaccino anti influenzale, prevedendo una forma infettiva più strong rispetto agli scorsi due anni, in cui è stata attutita da restrizioni e mascherine.

Qualche pediatra nei giorni scorsi ha proposto di anticipare il più possibile le iniezioni ai bimbi, piuttosto utilizzando parte delle fiale degli adulti e gettando via il siero avanzato. Ma i virologi frenano. La variante omicron, pur essendo più contagiosa, non provoca forme gravi della malattia e più urgente ancora della vaccinazione dei bimbi è quella dei vaccinati in scadenza. E lo stesso commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo dà la massima priorità alle categorie fragili e sprona le regioni perché somministrino 400mila terze dosi al giorno: «4,6 milioni di vaccini dal 1 al 12 dicembre», la sua road map. «Avere abbreviato i tempi è una mossa giustissima - sostiene il virologo Andrea Crisanti -. In questo modo si anticipa il calo dell'immunità. Dopo sei mesi la protezione dall'infezione diminuisce dal 95 al 40 per cento, quella dalla malattia dal 90 al 65. Se le difese vengono ripristinate dovremmo metterci al sicuro».

I vaccini ai bambini serviranno a fermare anche i ricoveri, in crescita. «Credo che i numeri parlino chiaro - evidenzia Susanna Esposito, responsabile del tavolo tecnico per le malattie infettive della Società italiana di pediatria e professoressa all'Università di Parma -. Nella popolazione under 18 abbiamo il 25 per cento dei contagi e di questi la metà interessano la fascia 5-11 anni. La vaccinazione dei più piccoli è fondamentale per tanti motivi - prosegue - basti ricordare le problematiche anche gravi indotte dal Covid come la sindrome infiammatoria multisistemica (Mis-c), che colpisce dall'1 al 4 per cento dei bambini contagiati e richiede, nel 70-80 dei casi, cure in terapia intensiva».

Dal 2020, oltre 250 giovanissimi malati di Covid sono finiti in terapia intensiva e 35 di loro sono morti. Chi lavora ogni giorno negli ospedali pediatrici sa bene quanto l'emergenza Covid pesi in termini di posti letto, anche sulla cura delle altre patologie: «I ricoveri per Covid sono raddoppiati rispetto al mese scorso: adesso ne abbiamo circa 55 - spiega Andrea Campana responsabile del Centro Covid dell'ospedale Bambino Gesù di Palidoro -. Siamo in una situazione di vigile attesa, con tanto stress nella gestione dei posti letto. Anche per questo è fondamentale fare il vaccino ai bambini ed è importante farlo adesso. Non bisogna dimenticare che ci sono tanti danni indiretti legati al Covid - prosegue -, basti pensare alle infezioni da virus respiratorio sinciziale (Vrs) che hanno anticipato nettamente la stagionalità e sono più aggressive. Un bambino su due tra quelli che arrivano al ricovero, ha bisogno di ossigeno. Un virus sinciziale, se si complica con un'infezione da Covid, ha manifestazioni cliniche più severe e proprio il Covid ha creato una porta di ingresso a questo virus, perché ha permesso di anticipare i tempi dell'infezione che l'anno scorso, con il distanziamento sociale, non avevamo visto».

I pediatri rivolgono un appello alle mamme: «Guai ad affidarsi ai social o a Internet per scelte importanti come quella di vaccinare un bambino» chiede l'ex coordinatore del Cts, Agostino Miozzo.

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