Coronavirus

Il piano delle Regioni: locali aperti a cena, si alla briscola al bar. Ecco il protocollo per cinema e palestre

Vademecum delle Regioni per la ripartenza: in piscina distanza di 7 metri e vietato fare pipì. Regole anche per i teatri. Oggi cabina di regia: il Cts frena soprattutto nelle zone rosse.

Il piano delle Regioni: locali aperti a cena, si alla briscola al bar. Ecco il protocollo per cinema e palestre

Riaprire da maggio, anche nelle zone rosse. Riaprire i ristoranti a pranzo e a cena. E poi palestre, piscine, cinema e teatri. I governatori pressano il governo e indicano in un documento stilato dalla commissione tecnica della Conferenza delle Regioni le loro regole per ricominciare «in sicurezza». Spetta oggi alla cabina di regia del premier Draghi la valutazione politica sulla base dei dati epidemiologici. Il Cts frena su alcuni punti chiesti dalle Regioni, soprattutto sulle aperture nelle zone rosse. Si cerca una mediazione. Obiettivo, fissare un calendario per graduali aperture che potrebbero scattare da inizio maggio. Fermo restando che le riaperture sono legate a doppio filo alla campagna vaccinale e ai contagi, il neo presidente della conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga chiarisce che la volontà è quella di rialzare le saracinesche delle le attività «più penalizzate». Il tutto «in base all'evoluzione dello scenario epidemiologico le misure indicate potranno essere rimodulate, anche in senso più restrittivo», si legge nella bozza.

Spostamenti tra Regioni

Al di là dei protocolli per le singole attività alcuni governatori chiedono a Palazzo Chigi di riaprire i confini almeno tra Regioni gialle e di consentire gli spostamenti per salvare il turismo. Preoccupato il presidente della Liguria Giovanni Toti: «Gli alberghi e le altre strutture sono aperti ma se le persone non possono spostarsi sono destinati al fallimento».

Bar e ristoranti

Le Regioni hanno stilato una bozza di protocollo per far riaprire ristoranti e bar anche in zona rossa, anche, dunque in territori con «scenari epidemiologici ad alto rischio». Oltre alle misure già previste in questo caso si dovranno applicare «strategie di screening/testing», dal controllo della temperatura al divieto di assembramento, e all'ingresso su prenotazione. Che è fortemente raccomandata anche se «è comunque consentito l'accesso, anche in assenza di prenotazioni, qualora gli spazi lo consentano». Tra i tavoli bisogna «assicurare il mantenimento di almeno 2 metri di separazione tra i clienti di tavoli diversi negli ambienti al chiuso e almeno 1 metro di separazione negli ambienti all'aperto». Self service solo con prodotti monodose. Dopo le 14 consentita solamente la consumazione al tavolo nei bar. Torna la possibilità di giocare a carte. L'idea del governo è di procedere gradualmente, prima a pranzo e privilegiando gli spazi aperti.

Palestre e piscine

Le Regioni prevedono di vietare l'accesso oltre i 37,5 gradi. In palestra bisogna garantire la distanza di 2 metri durante l'attività fisica e i macchinari vanno sempre sanificati dopo ogni uso. Va garantita l'areazione con l'apertura delle finestre «il più possibile». Per le piscine lo spazio tra un utente e l'altro deve essere di almeno 7 metri, inferiore ai 10 previsti quando gli impianti erano stati riaperti. In acqua vietato urinare, sputare e soffiarsi il naso. Negli spogliatoi va mantenuta una distanza di almeno 2 metri. Le stesse regole valgono anche per i centri benessere. Va sempre garantita la «frequente pulizia e disinfezione delle aree comuni».

Cinema

Le Regioni chiedono che anche i cinema restino aperti anche in zone ad alto rischio purché si implementino le procedure di «screening testing». A eccezione dei conviventi, è raccomandata una distanza interpersonale di «almeno 1 metro». Bisognerà poi privilegiare l'accesso su prenotazione. La cassa deve avere delle barriere di protezione. I posti a sedere devono garantire «almeno 1 metro» tra uno spettatore e l'altro «sia frontalmente che lateralmente». Mascherina sempre obbligatoria. Se viene lasciata la facoltà di non indossarla da seduti, la distanza è raddoppiata a 2 metri.

Teatro

Ripartire con gli spettacoli ma rispettando il distanziamento in tutti gli spazi comuni. «L'uso promiscuo dei camerini è da evitare», si legge nella bozza delle Regioni, se non vengono garantite una adeguata pulizia e il distanziamento. Anche gli artisti devono tenere le mascherina «quando l'attività non consente il rispetto del distanziamento». Non si può assistere in piedi.

Concerti e spettacoli

Le Regioni chiedono di adottare la distanza di almeno un metro tra gli orchestrali, ma per coloro che suonano strumenti a fiato il distanziamento deve aumentare a 1,5 metri. Per gli spettacoli dal vivo non è consentito assistere in piedi, obbligatorio il posto a sedere. E poi bisogna «mantenere aperte, il più possibile, porte, finestre e vetrate al fine di favorire il ricambio d'aria naturale negli ambienti interni».

Per questo «dovrà essere verificata l'efficacia degli impianti».

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